Statali licenziabili, il governo ci riprova con l’emendamento al Ddl Madia per il “riordino del procedimento disciplinare”
Il governo riapre il delicato capitolo dei licenziamenti per i dipendenti pubblici. Domani, in commissione Affari costituzionali al Senato, l’esecutivo dovrebbe presentare un emendamento al disegno di legge delega per la riforma della Pubblica amministrazione. Dice l’emendamento, ancora in fase di studio, che si provvederà al «riordino del procedimento disciplinare» nei confronti dei dipendenti, con l’obiettivo di renderlo «più efficace ed efficiente». Formula vaga per forza di cose, perché il testo in discussione è un disegno di legge delega, che si limita a fissare i principi da specificare poi con i decreti attuativi emanati direttamente dal governo. I tempi, quindi, non saranno brevi: prima di passare ai decreti bisognerà aspettare l’approvazione definitiva della delega che, a sette mesi dal via libera in consiglio dei ministri, è ancora in prima lettura al Senato.
Ma con l’emendamento in arrivo, anche dopo il caso dei vigili urbani di Roma assenti in massa per malattia l’ultimo dell’anno, la strada è tracciata. Cosa cambierà? Già oggi il procedimento disciplinare può portare al licenziamento. Ma i casi sono pochissimi, neanche 100 l’anno su 3 milioni di lavoratori. Nel futuro decreto il governo dovrebbe intervenire su tempi e passaggi formali che, nonostante i tanti interventi nel corso degli anni, restano lunghi e contorti.
Ieri sono finalmente arrivati in Parlamento per il parere non vincolante i due decreti attuativi del Jobs act , approvati alla vigilia di Natale. Confermate le notizie degli ultimi giorni, in particolare per quello sulla Naspi, il nuovo sussidio di disoccupazione che partirà dal primo maggio. Per far quadrare i conti, dopo i rilievi della Ragioneria di Stato, la durata massima del sostegno viene ridotta, a partire dal 2017, a 18 mesi, contro i 24 di quest’anno e dell’anno prossimo, mentre viene anticipato a quest’anno, rispetto al 2016, il taglio dell’assegno a partire dal quarto mese. Nello stesso testo, di 19 articoli, è stato spostato il contratto di ricollocazione. Le novità più interessanti sono nella relazione tecnica. Per il 2015 si prevede che la Naspi avrà una platea di un milione e 540 mila persone. Mentre il costo di tutti i nuovi ammortizzatori per il 2015 è di 869 milioni di euro. Questo vuol dire che il resto dei fondo previsto dalla legge di Stabilità, circa 1,4 miliardi di euro, andrà alla vecchia cassa integrazione.
Lorenzo Salvia – Corriere della Sera – 14 gennaio 2014