Statali, sindacati a Patroni Griffi: «Rispetti contenuti dell’intesa»
I pubblici dipendenti temono di trovarsi sul banco degli imputati della spending review
‘Siamo preoccupati per l’approvazione in Consiglio dei ministri del Dpcm sulla revisione della spesa, perché contraddice i contenuti dell’intesa raggiunta tra Governo, sindacati ed enti locali». Lo affermano in una nota congiunta Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili, rispettivamente segretari generali di Fp-Cgil, Fp-Cisl, Uil-Fpl e Uil-Pa.
«II ministro Patroni Griffi – si legge – convochi immediatamente le parti firmatarie per verificare la sussistenza di quell’ accordo e se ne faccia garante». «L’intesa raggiunta con il ministro Patroni Griffi – dicono i quattro sindacalisti – permette di affrontare la riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni senza strappi e tenendo insieme le esigenze di bilancio con i diritti dei lavoratori. di operare cioè sul fronte dell’efficientamento e della modernizzazione senza adottare soluzioni tanto affrettate quanto semplicistiche», ricordano i quattro segretari di categoria, sottolineando come l’applicazione dell’accordo sottoscritto il mese scorso sia ancora da completare, nonostante la larga convergenza raggiunta tra le parti, e come al contrario il Dpcm non sia stato oggetto di confronto. La preoccupazione è fondata su voci che delineano uno scenario molto pesante per i pubblici dipendenti. In conseguenza anche del decreto Sviluppo dove si prefigurano tagli del 20% ai dipendenti di palazzo Chigi e del Ministero del Tesoro si è parlato nei giorni scorsi della possibilità che ci siano almeno 276mila esuberi nella pubblica amministrazione. Certo, i sindacati non hanno preso bene l’ipotesi che anche questa volta si vada a cercare là per la riduzione dei costi della spesa pubblica. .Non vorremmo essere per l’ennesima volta di fronte a dei tagli lineari, a un prendere o lasciare. Sarebbe uno spot forse utile ad assecondare l’ingerenza e la ferocia dei mercati, ma deleterio per l’Italia e per gli italiani. Per riformare gli apparati dello Stato – concludono Dettori, Faverin, Torluccio e Affili – bisogna proseguire sulla strada del negoziato e gestire la riorganizzazione, senza ricercare ad ogni costo, come nella peggiore tradizione, il capro espiatorio da additare in pubblica piazza». Del resto il ministro aveva preso degli impegni e aveva firmato un protocollo che sembrava aver messo al riparo gli statali dal blitz di questo tipo.
L’Unita – 19 giugno 2012