In gruppo possono attaccare anche i gatti: è già accaduto. Il cielo di Padova non è più lo stesso. Stavolta non si parla di smog o inquinamento, ma di gazze, cornacchie, falchi pellegrini e sparvieri, che in numero sempre maggiore si possono avvistare mentre sfrecciano nei cieli della nostra città.
Si tratta di uccelli che fino qualche anno fa non eravamo abituati a vedere, ma che ora invece sono proliferati: molto adattabili, si adeguano a zone ecologicamente degradate e molto urbanizzate, contrariamente ad altre specie. Corvidi onnivori. «Gazze e cornacchie in particolare ormai sono presenze abituali qui in città» spiega Fernando Zanin, veterinario di riferimento della Lipu per la zona di Padova e provincia. «Questi corvidi non hanno competitori in natura, sono onnivori tanto da potersi definire i “ratti del cielo” e sono animali molto intelligenti: ecco i motivi del loro moltiplicarsi. Ormai si possono vedere ovunque e a volte la loro presenza crea qualche problema alle altre specie di volatili. Le gazze, in particolare, prendono possesso del territorio, da sole o in coppia, e osservano con attenzione cosa succede intorno; quando individuano la presenza di un nido, aspettano che venga lasciato incustodito per visitarlo e mangiarne le uova o i pulcini». La famiglia dei corvidi ha una caratteristica che li accomuna ai delfini e ai primati: l’auto-riconoscimento. Quando questi animali si vedono riflessi, sanno che l’immagine che hanno di fronte è la loro: fatto che la dice lunga sull’intelligenza di questi uccelli, che imperversano anche nelle nostre campagne facendo razzia di frutta e d’uva in particolare, spogliando interi vigneti. Le cornacchie attaccano anche i gatti. «Le cornacchie tendono ad organizzarsi in gruppi numerosi e presidiano, letteralmente, il territorio, soprattutto se ci sono dei piccoli da difendere. Ebbene, ci sono zone di Padova in cui anche i gatti sono in pericolo: quattro o cinque cornacchie insieme possono attaccare e uccidere un gatto, fatto peraltro già accaduto» continua il dottor Zanin. Piani di abbattimento. Negli ultimi anni, la Provincia ha messo in atto dei piani di abbattimento mirati proprio a diminuire il numero degli esemplari; nel 2011 sono state catturate 8.496 gazze e 1.639 cornacchie. «In realtà è più un problema di percezione che di pericolo per le altre specie» sostiene Giulio Piras, delegato provinciale della Lipu, Lega Italiana Protezione Uccelli. «I corvidi sono uccelli molto evidenti, quindi è più facile far caso alla loro presenza che non a quella di uccelli più piccoli e discreti. Oltretutto, sono specie cacciabili. Non c’è ragione scientifica per la loro persecuzione: merli e pettirossi godono di ottima salute e non sono a rischio». Ma le nuove frequentazioni dei cieli padovani non sono sempre oggetto di dibattito. Aumentati i rapaci. «Sono aumentati anche i rapaci, in particolare il falco pellegrino, il gheppio e lo sparviero», afferma il dottor Zanin «Nidificano sui Colli Euganei ma non disdegnano di planare anche qui in città: per un falco percorrere una decina di chilometri significa giusto un quarto d’ora di volo. Spesso si possono avvistare appollaiati sui campanili e le cupole del Santo o in cima agli ospedali: prediligono infatti edifici molto elevati, che percepiscono come alte montagne rocciose». Gli uccelli, creature libere per eccellenza, dopo i loro voli hanno pur sempre bisogno di un posto per riposare. È bello scoprire che alcuni di loro scelgano la nostra Basilica del Santo per farlo. Ogni anno, dal primo marzo al 15 giugno la parete di roccia di Rocca Pendice viene interdetta ai rocciatori per non disturbare la nidificazione di alcune coppie di falco pellegrino, che prtoprio in questo luogo hanno trovato la loro alcova naturale. La loro presenza è segnalata dai volontari della Lipu, almeno dal 2001. Un vanto che gli Euganei non vogliono assolutamente perdere.
Il Mattino di Padova – 5 febbraio 2013