Commento. Strategie di lotta alla pandemia di COVID-19, The Lancet online 11 febbraio 2021- Sars-Cov-2 variants and ending the Covid- 19 pandemic
Il 2021 si apre con l’emergenza determinata dalla comparsa di nuove varianti del SARS-COV-2. La strategia di sottoporre a vaccinazione la popolazione mondiale con vaccini COVID-19 si scontra con la costante evoluzione del patogeno che tenta di eludere le difese immunitarie degli individui.
Nel 2020 abbiamo assistito allo sviluppo e approvazione di vaccini per COVID-19 in tempi considerati in precedenza non possibili e in commercio sono stati autorizzati due vaccini con efficacia del 94-95%. Parallelamente sono stati sviluppati altri vaccini con l’utilizzo di virus inattivati che hanno un’efficacia stimata inferiore a quelli che utilizzano vettori virali, sub-unità di particelle virali. Dai dati attualmente disponibili per i vaccini COVID-19, si evince che proteggono solo per la forma clinica dell’infezione, ad eccezione del ChAdOx1 nCoV-19.
Nel dicembre 2020 c’è stata un’improvvisa comparsa della variante B-1.1.7 in Gran Bretagna e della variante B.1.351 in Sud Africa, che condividono entrambe la mutazione N501Y nel receptor-bindin-domain della proteina spike e per le quali si riporta un’alta trasmissibilità. La variante 501Y.V2 è caratterizzata da due mutazioni addizionali E484k e k417N nella proteina spike che conferiscono al nuovo virus una potenziale elusione alla risposta anitcorpale. Nel contempo è comparsa la nuova variante 501.V3 in Brasile.
La recente emergenza legata alle varianti del virus SARS-COV-2, dopo un periodo di relativa stabilità genetica, ha aperto uno scenario nel quale una trasmissione virale aumentata, apre la strada al virus per la creazione di gravi contesti di diffusione della malattia.
Per questo motivo la fine della pandemia sarà possibile quando avremo a disposizione per tutta la popolazione mondiale vaccini efficaci contro il visus e le sue varianti.
Per ottenere l’immunità di gregge si dovranno avere a disposizione vaccini che coprono le nuove varianti e sarà necessario estendere la copertura vaccinale ai bambini.
- Diminuire al massimo i contagi significa minore replicazione virale e conseguentemente minore possibilità per il virus di generare nuove varianti
- Per la sorveglianza sulle nuove varianti è necessaria la condivisione dei primers-PCR (sequenze nucleotidiche di riferimento) e dell’inclusione del sequenziamento genomico nei piani di controllo dei singoli Paesi, compreso il supporto per queste attività ai paesi con risorse economiche limitate. Tutte le sequenze genomiche vanno inserite in una piattaforma internazionale, ad esempio. GISAID, per l’analisi condivisa dei dati. Le re-infezioni di persone già colpite dalla malattia e dei già vaccinati vanno attentamente esaminate per l’eventuale presenza di varianti.
- Attivazione di una banca centrale di sieri e cellule di individui già infettati o immunizzati con i vaccini COVID-19 disponibili per test di sieroneutralizzazione e immunità cellulare in relazione alla comparsa di nuove varianti e per orientare l’inclusione di un minimo gruppi di epitopi nei nuovi vaccini per il COVID-19.
- La produzione di vaccini per COVID-19 deve essere reattiva ed adattata all’emergenza di nuovi lineages. Questa flessibilità è oggi possibile con le nuove tecniche basate sugli acidi nucleici (vaccini a mRNA o a vettore virale).
- I vaccini devono essere disponibili, convenienti, e accessibili su scala mondiale. Alcuni paesi hanno acquistato dosi vaccinali in eccesso (fino a 9 dosi per persona) mentre OMS ha chiesto una maggiore equità e un forte supporto specialmente per i paesi che hanno maggiori problemi economici. La priorità andrebbe semmai ai paesi con maggiore prevalenza di SARS-COV-2 e trasmissione alta e continuata come Sud Africa, Brasile, Messico, India prevenendo emergenze future legate alla comparsa di nuove varianti.
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17 febbraio 2021