La diffusione della notizia sullo studio dello Iarc Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms pubblicata sulla rivista Lancet Oncology sulla valutazione del consumo di carni rosse e carni lavorate, ha destato allarme e preoccupazione.
Produttori, allevatori e consumatori denunciano il crollo delle vendite e il rischio per migliaia di posti di lavoro: “I falsi allarmi lanciati sulla carne mettono a rischio 180mila posti di lavoro in un settore chiave del Made in Italy a tavola, che vale da solo 32 miliardi di euro, un quinto dell’intero agroalimentare tricolore”, ha dichiarato per esempio il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, sottolineando che lo studio dell’Oms sul consumo della carne rossa sta creando una campagna allarmistica immotivata per quanto riguarda il nostro Paese, soprattutto se si considera che la qualita’ della carne italiana, dalla stalla allo scaffale, e’ diversa e migliore e che i cibi sotto accusa – come hot dog e bacon – non fanno parte della tradizione nostrana.
Per Moncalvo, dunque, l’allarme avra’ ripercussioni negative sui consumi e sulla produzione di carne italiana a causa dei toni “allarmistici” con cui e’ stato diffuso.
SIVeMP e SIMeVeP sostengono da tempo la necessità di definire in modo coordinato, una strategia di comunicazione del rischio da offrire ai media ed ai cittadini che garantisca uno sforzo continuo a comunicare con le principali parti interessate, ivi compresi i consumatori e l’adeguamento della comunicazione alle esigenze del pubblico destinatario, invece che alle esigenze della fonte di informazione.
I rappresentanti del mondo degli allevatori, dei produttori, dell’industria alimentare, dei consumatori e dei media avranno modo di confrontarsi sul tema il 5 novembre, nel corso del convegno “Food Safety e Food Security: scenari futuri e ineludibile evoluzione della prevenzione primaria”, organizzato da SIMeVeP e ISS.
Leggi tutto sul sito Sivemp – 30 ottobre 2015