Sulla Gazzetta ufficiale europea n. 62 del 9 marzo 2016 è stata pubblicata la Raccomandazione (UE) 2016/336 della Commissione dell’8 marzo 2016 relativa all’applicazione della direttiva 2008/120/CE del Consiglio che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini in relazione alle misure intese a ridurre la necessità del mozzamento della coda.
La pratica del mozzamento della coda dei suini è effettuata per prevenire la morsicatura della coda, un comportamento di origine multifattoriale. Tale pratica può causare dolore ai suini ed è quindi nociva al loro benessere.
Quando applicano le prescrizioni generali sulla prevenzione della morsicatura della coda e riducono quindi la frequenza del mozzamento della coda, è opportuno che gli Stati membri: provvedano affinché gli allevatori effettuino una valutazione del rischio di incidenza della morsicatura della coda e stabiliscano criteri di conformità ai requisiti fissati nella normativa e li rendano disponibili al pubblico sul sito web dell’Efsa.
Nella valutazione del rischio dovrebbero essere controllati i materiali di arricchimento forniti; la pulizia; il comfort termico e la qualità dell’aria; lo stato di salute; la competizione per l’alimento e lo spazio; l’alimentazione.
In base a tali i risultati della valutazione del rischio dovrebbero essere prese in considerazione opportune modifiche nella gestione degli allevamenti.
In particolare i materiali di arricchimento dovrebbero essere commestibili, masticabili, manipolabili; dovrebbero inoltre incoraggiare il comportamento esplorativo dei suini ed essere regolarmente sostituiti e aggiunti; accessibili per la manipolazione orale; in quantità sufficiente; puliti e igienici.
Il metodo di valutazione per verificare l’accesso ai materiali di arricchimento dovrebbe comprendere controlli basati su: indicatori animali, come la presenza di code morsicate, lesioni cutanee e/o comportamenti anomali dei suini (ad esempio lo scarso interesse per i materiali di arricchimento forniti, la lotta per l’utilizzo dei materiali di arricchimento, il morsicare oggetti diversi dai materiali di arricchimento forniti, il grufolare nelle feci oppure, nel caso delle scrofe, una maggiore tendenza a costruire un nido senza motivo); indicatori non animali, come la frequenza del rinnovo, l’accessibilità, la quantità e la pulizia dei materiali di arricchimento forniti.
9 marzo 2016