La Corte Suprema degli Stati Uniti deciderà entro l’estate se la riforma della sanità voluta dal presidente Obama è costituzionale.
Ieri ha stabilito che discuterà i ricorsi presentati contro la legge, ascoltando gli avvocati delle due parti per cinque ore e mezza a marzo. Quindi affronterà quello che potrebbe diventare il suo caso politicamente più divisi-vo, dagli interventi sulle elezioni del 2000 e sulla legalizzazione dell’aborto. La sentenza è attesa per la fine di giugno, e quindi avrà un forte impatto sulle presidenziali del 2012.
La riforma, chiamata Affordable Care Act, è entrata in vigore nel marzo del 2010. Garantisce l’assistenza sanitaria a 30 milioni di americani che non l’avevano, imponendo l’acquisto di assicurazioni a chi può permettersele. Ben 26 stati, più imprese private e università, hanno fatto ricorso, sostenendo che la riforma è incostituzionale perché il Congresso ha ecceduto i suoi poteri.
I punti più discussi sono «l’individuai mandate», ossia l’obbligo di acquistare le assicurazioni, punendo in caso contrario i cittadini con una multa, e l’espansione del programma per i poveri Medicaid. Vari tribunali di primo grado si sono già espressi, dando pareri contraddittori, con i giudici nominati dai democratici favorevoli e quelli repubblicani contrari. Quindi quattro Corti d’appello sono intervenute, e anche qui la risposta non è stata unanime. Cincinnati e District of Columbia hanno approvato la legge, Atlanta l’ha bocciata, e Richmond ha sospeso il giudizio fino a quando le multe entreranno in vigore, nel 2014.
La divisione dei pareri in questi casi non ha seguito le posizioni partitiche, perché ad Atlanta un giudice nominato dai democratici ha bocciato la legge, mentre a Cincinnati e District of Columbia due repubblicani si sono pronunciati a favore.
Vista l’incertezza, Obama ha chiesto alla Corte Suprema di fare proprio il caso, dando una risposta definitiva. La Casa Bianca avrebbe potuto prendere tempo e rimandare il responso a dopo le elezioni, chiedendo alla Corte di Appello di Atlanta di rivedere la sua decisione, mà ha preferito accelerare la sentenza. La riforma sanitaria è l’iniziativa sociale più importante presa dal presidente, che quindi vuole giocare il tutto per tutto: «Siamo soddisfatti – ha detto il portavoce Dan Pfeiffer – che la Corte abbia accettato di ascoltare il caso. Sappiamo che l’Affordable Care Act è costituzionale e siamo certi che sarà d’accordo».
Nel massimo tribunale americano ci sono quattro giudici conservatori, Roberts, Scalia, Thomas e Alito, che potrebbero bocciare la legge, e quattro democratici, Ginsburg, Breyer, Kagan e Sotomayor, che do- vrebbero approvarla, lasciando ad Anthony Kennedy il voto decisivo. Se la riforma sarà confermata, Obama otterrà un importante successo che la toglierà dai temi scottanti delle elezioni. Se verrà cassata avrà quattro mesi di tempo per recuperare, e forse trasformare la sentenza in un’arma della campagna elettorale, chiedendo di essere rieletto anche per cambiare la composizione di una corte in mano agli estremisti repubblicani.
Stampa di martedì 15 novembre 2011