Il Corriere del Veneto. Con 629 nuovi contagi, due decessi e 57 ricoveri in più, la Marca comincia a scoprirsi in emergenza. Il balletto semaforico fra giallo e arancione ha tolto il fiato a molti imprenditori e cittadini trevigiani, il rischio di trovarsi in una zona di restrizioni pesanti è stato scongiurato solo a sera, ma non significa che la situazione sia serena. Treviso è la prima provincia del Veneto a superare i 13 mila contagi (per la precisione, dato che tutto dipende dai numeri, 13.485 persone da inizio epidemia, 1.878 delle quali solo nei quattro giorni di novembre) ed è stata la prima a superare gli ottomila soggetti attualmente positivi al virus (sono 8.130, 249 delle quali ricoverate nei cinque ospedali con pazienti Covid). «Abbiamo così tanti casi perché facciamo più tamponi che nelle altre province» sottolinea il dg dell’Usl 2 Francesco Benazzi: anche ieri il numero dei test è arrivato vicino a quota settemila.
Mentre a settembre i focolai erano la parte più importante dei contagi giornalieri, con tracciamenti relativamente semplici e un centinaio di nuovi casi in 24 ore da sottoporre all’indagine epidemiologica, ora si tratta prevalentemente di singoli contagi: sono persone con sintomi o contatti stretti di persone già positive che si sottopongono al tampone. Per ognuno di loro deve quindi partire il contact tracing ma numeri così alti rallentano l’attività del dipartimento di prevenzione: la presa in carico del paziente avviene anche due o tre giorni dopo la conferma della positività. Come sempre ripetono le autorità sanitarie, il vero elemento di analisi riguarda gli ospedali e le terapie intensive: sono 16 le persone che necessitano di sostegno respiratorio polmonare nei reparti di rianimazione di Conegliano, Montebelluna e Treviso. Vittorio Veneto è l’ospedale con più pazienti in area non critica, 84 persone, mentre ce ne sono 54 al Ca’ Foncello, 64 a Montebelluna, 18 a Conegliano e 8 al San Camillo. I due decessi di ieri, che portano il bilancio dei lutti a 390 croci, sono riferiti a due pazienti di 91 e 87 anni, il primo ricoverato a Vittorio Veneto, il secondo al Ca’ Foncello, che prima di contrarre l’infezione presentavano gravi patologie e per i quali il contatto con il virus è stato letale. La provincia di Treviso è quarta in Veneto per numero di decessi da quando il Covid ha colpito la regione.