Il piano c’è e verrà presentato al momento giusto, cioè quando si conosceranno le risorse a disposizione. È tutto pronto per l’abolizione del superticket. L’idea è di non far sparire la tassa tutta insieme ma eliminarla gradualmente nei prossimi tre o quattro anni. All’inizio il ministero alla Salute cercherà di toglierla ai pazienti che hanno meno risorse economiche.
Il superticket introdotto nel 2011 sulle ricette per visite ed esami fa incassare alle Regioni circa 600 milioni di euro l’anno. Non è possibile tagliarlo tutto o in parte senza avere alle spalle una copertura finanziaria. Dopo la risoluzione parlamentare sulla nota di aggiornamento del Def, arrivata a seguito della richiesta di Mdp e dell’apertura del Governo, si è deciso di procedere per tappe.
Quest’anno il ministero della Salute conta di ricevere a uno stanziamento straordinario di 100-200 milioni di euro per abbattere il superticket. Così si potrà ridurre l’impatto della tassa in certe zone del Paese e su certe persone. In Italia la situazione è eterogenea. In alcune Regioni, ad esempio, è previsto che il superticket scatti solo sopra ai 36 mila euro di reddito familiare e che quindi chi guadagna meno paghi solo il ticket “normale” (per il quale l’esenzione scatta sotto quella soglia solo per chi ha meno di 6 anni e più di 65). In altre invece non si prevedono eccezioni e il super ticket da 10 euro a ricetta lo pagano tutti i non esenti, e quindi anche chi ha redditi bassi. L’idea è quella di agire in questi casi, permettendo di introdurre un regime per fasce di reddito anche dove non c’è, così da evitare che chi, ad esempio, ha 30 anni e un reddito di 10 mila euro debba pagare la tassa aggiuntiva sulle prestazioni sanitarie. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di esentare dal pagamento coloro che non hanno mai avuto un lavoro e che in molte zone d’Italia devono sostenere il superticket. Queste persone verrebbero così equiparate ai disoccupati e ai cassintegrati, che quasi ovunque hanno l’esenzione. Se poi i soldi a disposizione fossero di più, si è valutata addirittura la possibilità di dimezzare subuto il superticket. Questo per quanto riguarda l’anno prossimo, in quelli successivi sono attesi nuovi stanziamenti, fino alla scomparsa della tassa.
Tutto il sistema dei ticket comunque andrebbe riformato. Molte cose che non funzionano nelle esenzioni, ad esempio perché ci sono tantissimi falsi malati e falsi poveri, e in generale nel modo in cui è calcolata la ricchezza sulla quale si basa il contributo. Il ministero ha pronto un progetto per rivederlo ma pare difficile che lo tiri fuori dal cassetto da qui alla fine della legislatura.
I soldi per scontare parte del superticket andranno nel Fondo sanitario nazionale. Quest’anno doveva essere di 114 miliardi, cioè un miliardo più dell’anno scorso, ma c’è stato un problema con le Regioni a statuto speciale. Dopo un accordo con le altre, raggiunto nel febbraio scorso, hanno infatti ottenuto di non contribuire alla manovra 2018 con 604 milioni di euro, come invece previsto due anni fa. Così nel Fondo mancano quei soldi. La ministra alla Salute Beatrice Lorenzin sta lavorando per ottenere le risorse necessarie ad arrivare al miliardo di aumento netto.
Repubblica – 8 ottobre 2017