Sta destando parecchio fermento e preoccupazione in Regione la questione dei tagli ai servizi veterinari veneti. Un tema sollevato con un articolo pubblicato ieri dall’Arena, raccogliendo le i timori e l’allarme di Fvm-Sivemp Veneto, il sindacato italiano veterinari di medicina pubblica della regione: il numero sempre più ristretto di professionisti dipendenti, convenzionati e precari al servizio delle Ulss venete potrebbe, infatti, mettere a rischio le profilassi sulle malattie infettive degli animali, i controlli alla macellazione e gli interventi contro le emergenze come aviaria e virus del Nilo, oltre che le ispezioni di Nas e Guardia di finanza sugli alimenti venduti dai negozi e dalla grande distribuzione e i check up sui prodotti importati.
«Ho letto la denuncia del Sivemp riportata sul giornale e sono preoccupato», è il commento del presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato. «I servizi veterinari sono centrali per il settore primario, che è un segmento importante dell’economia della regione: basti pensare che la zootecnia veneta rappresenta il 40% del valore nazionale complessivo».
Secondo Ruffato, il tema va approfondito. «I servizi veterinari garantiscono la certificazione e la qualità dei prodotti, pertanto devono essere tutelati», prosegue il presidente del Consiglio. «Al momento non abbiamo dati in mano e vogliamo prima verificare la situazione per poi fare le opportune valutazioni». Come porre rimedio ai tagli e quali provvedimenti prendere? Ruffato non si sbilancia, ma precisa: «Finora ha sempre funzionato tutto bene: non dobbiamo rompere il giocattolo».
I VETERINARI. Soddisfatto per questo interessamento il segretario di Fvm-Sivemp Veneto Roberto Poggiani, in servizio all’Ulss 20 di Verona. «Siamo certi che un confronto con i presidenti del Consiglio e delle commissioni sanità e agricoltura potrà essere senz’altro utile: non nascondiamo che le questioni che sono sul tavolo sono estremamente complesse e rilevanti», sostiene Poggiani. «La piena funzionalità dei servizi veterinari ha immediati riflessi sulla sicurezza alimentare: i controlli sanitari garantiscono prima di tutto i consumatori, certificando la salubrità degli alimenti e la salute pubblica. Ma l’attività di vigilanza e di ispezione rappresenta anche un valore aggiunto per le produzioni, visto che attesta la qualità del nostro agroalimentare. Una tutela indispensabile, quindi, per difendere e promuovere la competitività del sistema produttivo». Questo restando in tema di servizi di ispezione degli alimenti, ma non va dimenticata tutta la mole di altri interventi svolti negli allevamenti, a tutela del benessere animale, nella profilassi delle zoonosi, eccetera.
Il numero di veterinari al servizio delle Ulss, però, è sempre più ridotto: a causa del blocco del turn over, infatti, dei 350 professionisti dipendenti in servizio nel 2010 circa trenta hanno lasciato, senza essere rimpiazzati, e anche i 70 convenzionati rischiano di ridursi drasticamente.
LA POLITICA. Dell’argomento si è interessato ieri anche Franco Bonfante, consigliere regionale del Pd. «A livello nazionale ci sono delle leggi che impongono una riorganizzazione generale del settore pubblico con l’obiettivo di eliminare gli sprechi, ma l’impressione è che si stia esagerando, andando così a penalizzare alcune categorie come i veterinari che godono generalmente di una minor attenzione da parte dei media», sostiene ancora Bonfante. «Le Ulss non devono sottovalutare l’importanza del servizio che garantiscono queste figure: il rischio è che questi tagli si riverberino negativamente a livello igienico-sanitario e, nel medio-lungo periodo, anche in termini economici per il settore agroalimentare».
Manuela Trevisani – L’Arena di Verona – 27 agosto 2013