Una maggiore propensione alla spending review ma senza evitare del tutto i tagli lineari. E un’accentuazione, rispetto a piani iniziali, della stretta sui redditi del personale, agendo soprattutto su indennità, mense e equipaggiamenti, e sui contributi dello stato (investimenti) per la realizzazione di sistemi di trasporto rapido di massima e tranvie veloci.
Con contestuale alleggerimento del previsto giro di vite sui consumi intermedi. È la Ragioneria generale dello Stato a fornire la fotografia aggiornata sulle strategie adottate dai ministeri per dare attuazione alla riduzione di spesa collegata ai propri bilanci e impressa prima nel 2011 dal Governo Berlusconi con le due manovre estive e poi nel 2012 dall’esecutivo Monti facendo leva soprattutto sul decreto 95/12 sulla revisione della spesa.
Più “spending” ma il taglio lineare resiste
L’obiettivo di riduzione di spesa sul versante dei dicasteri fissato dalle due manovre estive del 2011 è pari a 20,7 miliardi tra il 2012 e il 2014. Con la legge di stabilità per il 2012 i ministeri erano chiamati a fornire le loro proposte di rimodulazione di spesa pena l’attuazione automatica di tagli lineari. Ma solo per il 50% del taglio complessivo sono effettivamente arrivate dai dicasteri indicazioni sulle voci da “potare” nel bilancio; per l’altro 50% è così scattata la contrazione di tipo “lineare”. Con il decreto 95/12 varato dal governo Monti la situazione è cambiata, anche perché l’entità del taglio complessivo è più contenuta: oltre 4,4 miliardi tra il 2013 e il 2015. In questo caso le proposte formulate dai ministeri per rimodulare singole voci di spesa hanno riguardato l’82% della stretta complessiva; solo per il restante 18% la riduzione delle uscite alla fine è stata di tipo “lineare”.
Promossi e bocciati tra i ministeri
Un sensibile miglioramento, dunque. Con addirittura un caso di “eccellenza”: le proposte formulate dal ministero dell’Istruzione per il 2014 hanno superato l’obiettivo di risparmio assegnato (198 milioni invece dei 173 previsti): le risorse eccedenti, fa notare la Ragioneria generale, “sono state riallocate presso altre voci di spesa ritenute deficitarie”. Ma c’è anche chi come il ministero dell’Interno o il ministero dell’Ambiente in occasione delle manovre estive del 2011 non ha centrato l’obiettivo assegnato aprendo la strada a tagli ancora più incisivi del previsto su altre amministrazioni.
Aumentano i tagli a personale e investimenti
Il dossier della Ragioneria generale parla chiaro: “emerge, sia con conferimento ai provvedimenti del 2011, sia al decreto legge del 2012, la tendenza ad accentuare la riduzione delle spese per i redditi da lavoro dipendente”. E, osserva ancora la Rgs, risultano “altresì rafforzati i tagli relativi ai contributi agli investimenti erogati ad altre amministrazioni nonché i tagli su alcuni fondi da ripartire compresi nella categoria delle altre uscite correnti”. Nel caso dei dipendenti pubblici la maggiore stretta è salita rispetto agli obiettivi delle manovre estive del 2011 da 19 a 191 milioni per il 2013 e da 25 a 145 milioni per il 2014 ed è stata indirizzata soprattutto su indennità, spese relative a mense, vestiario. Anche la stretta ai contributi agli investimenti erogati ad altre amministrazioni è salita da 671 a 901 milioni nel 2012, da 233 a 547 milioni per il 2013 e da 303 a 530 milioni per il 2014. I tagli ai consumi intermedi (in primis manutenzione dei sistemi informativi e capitoli di finanziamento delle istituzioni scolastiche), risultano invece notevolmente ridotti, in alcuni casi anche del 60%, rispetto agli obiettivi di partenza.
Il Sole 24 Ore – 9 marzo 2013