L’Usl 2 non impugnò la prima sentenza di condanna e, ora alla vigilia della seconda causa, rischia di dover sborsare 7,5 milioni di euro, senza interessi e rivalutazioni, per liquidare le spettanze di 19 dirigenti sanitari relativa agli incentivi alla produttività. Una cifra che significherà oltre mezzo milione di euro a testa per i 19 ricorrenti, soldi che andranno a rimpinguare stipendi che si aggirano sui 70 mila euro l’anno, lordi. L’Usl 2, spiega Faccioli della Uil, è stata l’unica a non voler transare. E il conto potrebbe essere davvero salato. Per i contribuenti.
È una bufera finanziaria quella che rischia di abbattersi sull’Usl 2. Il nodo degli incentivi alla produttività sta arrivando al pettine dopo una battaglia legale che affonda nel 1994. Diciannove dirigenti sanitari non medici (farmacisti, biologi, chimici e psicologi), di cui cinque nel frattempo hanno raggiunto la pensione, sono al rush finale di una causa di lavoro che potrebbe mettere nelle loro tasche i primi 410 mila euro a testa, ovviamente senza interessi e rivalutazione. Un rinforzo cospicuo a stipendi che si aggirano sui 70 mila euro lordi l’anno.
Il consulente tecnico del giudice ha stabilito che l’Usl 2, per aver calcolato l’ammontare annuale del fondo di produttività con parametri dichiarati illegittimi dalla Consiglio di Stato, debba sborsare 7,5 milioni di euro a risarcimento dei 19 dipendenti per il periodo 1994-2007. Restano poi circa altri 3 milioni di euro dal 2008 al 2013. Sempre senza interessi e rivalutazione. Una montagna di soldi che rischia di sbancare le già magre casse della sanità. «Abbiamo tentato di tutto per chiudere con una transazione -spiega Giorgio Faccioli della Uil che ha seguito le cause fotocopia innescate in tutte le Usl venete ma non c’è stato verso». In tutte le altre Usl, infatti, la vertenza si è chiusa in via stragiudiziale. Feltre, invece, non solo non impugnò la prima sentenza del 2011 che dava ragione ai ricorrenti (assistiti dagli avvocati Ferruccio Rovelli e Valentina Papandrea del foro di Belluno), ma propose di chiudere versando qualche spicciolo, circa 2 mila euro a testa. Si è tornati così davanti al giudice per stabilire quello che avrebbe dovuto essere l’esatto ammontare delle spettanze dei dirigenti, compito affidato ad un consulente che, in questi giorni, ha depositato il conto Astronomico. Annualmente il fondo produttività doveva essere di 400 mila euro, mentre l’Usl 2 si sarebbe limitata a 90 mila, basandosi proprio sui parametri stabiliti a livello regionale dopo un accordo preso con tutte le Usl venete. Ma quei paramenti sono stati impugnati e dichiarati illegittimi. Da qui la stura ad una raffica di cause che costerà milioni e milioni di euro ai contribuenti. Il 7 novembre arriverà il verdetto e, nel frattempo, l’Usl 2, nel tentativo di parare il possibile colpo, ha ingaggiato un altro avvocato, Mario Calgaro del foro di Vicenza, che affiancherà la collega di Padova, Maria Luisa Miazzi.
Il Gazzettino di Belluno – 28 ottobre 2014