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Tagli sanità. Regioni alla rottura: «Ricorreremo al presidente Napolitano»

Le Regioni ricorreranno a Napolitano: i tagli previsti – e confermati dal ministro della Salute Balduzzi – sono insostenbili. Anzi, giudicano la manovra sulla sanità «subdola» e che «viola accordi precedentemente realizzati».

Con una spending review come quella prevista al momento attuale i presidenti delle Regioni ricorreranno al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, come garante della Costituzione. I governatori hanno lanche lanciato il loro allarme sul sistema sanitario che rischia il collasso

Vito De Filippo (presidente della Basilicata) ha sottolineato come sia la prima volta nella storia che il Governo agisca in modo così unilaterale. «Siamo disponibili a un incontro anche ad agosto per parlare del nuovo patto sulla salute ma certamente i tagli prospettati dal Governo metterebbero in gravissima difficoltà tutti i sistemi sanitari italiani». La riduzione di un miliardo nel 2012, due miliardi nel 2013 e due miliardi nel 2014 «e per gli anni a seguire, si aggiungerebbero – ha sottolineato De Filippo – ai tagli delle precedenti manovre e quindi si arriverebbe a 22 miliardi di tagli sul Fondo sanitario nazionale».

«È inaccettabile che il Governo proceda in maniera unilaterale», gli ha fatto eco il Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. «Per il 2012 si é rotto un patto sottoscritto con il premier Monti. Nella mia Regione bisogna ancora assorbire i tagli del precedente Governo Berlusconi, per il Lazio parliamo di 700 milioni. Non é sostenibile il taglio di 1 miliardo per il 2012. Se il Governo non ci ascolterà ricorreremo al garante della Costituzione, il Presidente Napolitano».

I governatori hanno apprezzato l’impegno del ministro Balduzzi a un dialogo con le Regioni, ma ribadiscono la non chiarezza del Governo e sono preoccupati per il futuro della sanità italiana.

«Se sommiamo tutti i tagli fatti compresi quelli del Precedente ministro Tremonti – ha detto Enrico Rossi, Presidente della Toscana – nel 2014 si

arriverebbe a 10 miliardi e 500 milioni a cui bisogna aggiungere i tagli dell’Irpef, 2 miliardi. Siamo allo stremo. Chiediamo quindi di stralciare i tagli previsti per il 2013-2014 e discutere ancora per il 2012 perché vogliamo chiarezza».

Catiuscia Marini, presidente dell’Umbria, ha sottolineato che la manovra proposta dal Governo non é «economica o finanziaria ma finisce per effettuare un taglio lineare al fondo sanitario. I cittadini – continua – pagano l’Irpef e i ticket aggiuntivi ma contemporaneamente subiranno tagli ai servizi se il decreto dovesse venire approvato così come lo sappiamo noi. Il Governo inoltre non fa i conti con quanto le Regioni hanno già fatto sul riordino ospedaliero. Questo é un vero smantellamento della rete degli ospedali».

Parla «di azione di sabotaggio alle nostre competenze» anche il governatore della Puglia, Nichi Vendola, che dice di «non poter sopportare questa controriforma perché si spianano le autostrade alle assicurazioni private». Vendola ha poi ricordato che il taglio che si vuole fare sul settore sanitario equivale alla somma per l’acquisto di sei caccia F35».

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