Via libera al decreto milleproroghe da parte del consiglio dei ministri. Lo annuncia il presidente del Consiglio Enrico Letta durante la conferenza stampa al termine del vertice a palazzo Chigi. «Si sono prese le norme essenziali del decreto Salva Roma. Vengono inserite la norma sugli affitti d’oro e quella sul bilancio del comune di Roma», spiega il premier.
Via libera dell’Esecutivo a una riprogrammazione dei fondi strutturali Ue da 6 miliardi e 200 milioni, come anticipato dal Sole 24 Ore. Le risorse verranno impiegate a sostegno delle imprese, per il rilancio dell’occupazione, il sostegno alle economie locali e la lotta alla pobertà. Soldi che «rischiavano di non essere utilizzati avendo un ciclo 2007-2013».
Per il credito alle imprese 1,2 miliardi
Scendendo nel dettaglio, Letta spiega che 2,2 miliardi vanno per il sostegno imprese, 700 milioni per misure per favorire il sostegno al lavoro e all’occupazione, 330 milioni per il contrasto alla povertà e 3 miliardi a sostegno delle economie locali. Per favorire il credito alle imprese viene inoltre stanziato 1,2 miliardi.
I 400 milioni per coprire parte del buco di bilancio del Comune di Roma
Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri è «costruito con le proroghe essenziali che sono necessarie su alcuni impegni che abbiamo dovuto come ogni anno mettere e accanto a queste le norme essenziali del decreto Salva-Roma che abbiamo deciso di non portare a termine per la eterogenietà di norme venute fuori» durante il percorso in Parlamento. Il provvedimento dovrebbe imbarcare dunque alcune misure che il Comune di Roma ha dato per scontate nell’approvazione del bilancio: il Salva Roma prevedeva infatti che il Comune avrebbe potuto scaricare circa 400 milioni di debiti (sugli 864 emersi dai conti di Roma Capitale) sulla gestione commissariale. Durante l’esame da parte del Senato del Salva Roma è stata cancellata la norma che prevedeva la possibilità per il Campidoglio di aumentare da gennaio l’Irpef (ora allo 0,9 per cento) di 0,3 punti. Non è escluso che la soluzione uscita dalla porta entri dalla finestra nel Milleproroghe. Nel testo che sarà licenziato da Palazzo Chigi dovrebbe rientrare anche la proroga del congelamento degli adempimenti fiscali per le zone colpite dall’alluvione in Sardegna.
Il recesso dai contratti di affitto dei palazzi delle istituzioni
Entra dunque nel decreto anche la possibilità per le pubbliche amministrazioni di recedere dagli affitti degli immobili troppo onerosi, dopo che Cinque Stelle e Lega Nord hanno denunciato un emendamento nella legge di Stabilità, convertita in legge, che di fatto congela questa possibilità.
Milleproroghe, ok dal Cdm. 6,2 miliardi di fondi Ue per lavoro e occupazione
Concluso il Consiglio dei ministri il provvedimento che ha raccolto una serie di norme urgenti contenute nel decreto di fine anno fermato in extremis da Napolitano
E’ terminato il Consiglio dei ministri che prevedeva all’ordine del giorno il decreto ‘milleproroghe’. La riunione è durata circa un’ora e mezza.
Il pasticcio del salva Roma, con lo stop imposto alla vigilia di Natale dal capo dello Stato al governo, ha spostato l’attenzione dell’esecutivo su questo provvedimento.
“Anche questa vicenda – ha commentato Enrico Letta nel corso della conferenza stampa – dimostra in modo ancora più evidente come sia essenziale riformare il processo legislativo. E’ uno stimolo in più per fare le riforme nel 2014”.
Quanto ai contenuti del testo, il presidente del Consiglio ha chiarito che “il decreto è costruito con le proroghe essenziali, e accanto a questo si sono prese le norme essenziali del dl Salva Roma che abbiamo deciso di non portare a termine in Parlamento per l’eterogeneità che era venuta fuori”. Tra queste, “la materia fiscale, che ha a che fare col bilancio di Roma, e gli affitti d’oro”, ha spiegato Letta.
Il Consiglio dei ministri, ha precisato il premier, oltre al decreto proroghe di fine anno ha affrontato “la ripartizione dei fondi strutturali europei che rischiavano di non essere utilizzati per l’esercizio 2007-2013”. Si tratta di una riallocazione di fondi, ha sottolineato, per 6 miliardi e 200 milioni. Risorse con cui il governo finanzierà il sostegno alle imprese, misure in favore dell’occupazione, il contrasto alla povertà e le economie locali. Nello specifico, ha illustrato il premier, 2,2 mld per il sostegno imprese, 700 mln per misure per favorire il sostegno al lavoro e all’occupazione, 330 milioni per il contrasto alla povertà e 3 mld a sostegno delle economie locali. Per favorire il credito alle imprese viene inoltre stanziato 1,2 mld.
Il ritiro della norma sulla Capitale, che era diventata di fatto un omnibus, è stato deciso dopo un incontro tra il premier Enrico Letta e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: il capo dello Stato aveva espresso forti perplessità su come il testo del decreto risultasse molto diverso da quello iniziale da lui firmato a causa dell’accoglimento di ripetuti emendamenti. La decisione ha quindi comportato un travaso di norme urgenti nell’altro decreto di fine anno chiamato a recuperare le situazioni indifferibili.
Il Sole 24 Ore e Repubblica – 27 dicembre 2013