«Un passo gigantesco per la semplificazione del Fisco»: li definisce così, il premier Matteo Renzi, i cinque decreti attuativi della delega fiscale approvati ieri in Consiglio dei ministri. Dalla semplificazione della riscossione al monitoraggio dell’evasione fiscale fino al nuovo interpello e contenzioso. Mancano i decreti su giochi e catasto.
«Hashtag tanta roba» semplifica il presidente del Consiglio, sottolineando che l’abbassamento delle tasse arriverà con la legge di Stabilità. C’è «una commissione ad hoc per la verifica della lotta all’evasione fiscale», spiega il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che si affianca all’altra che dovrà rivedere le agevolazioni fiscali. In tema di riscossione c’è la rateizzazione per chi è in difficoltà. Viene introdotto il principio del «lieve inadempimento»: non è prevista la decadenza della rateizzazione in caso di ritardo del versamento fino a 5 giorni, o di un minor versamento fino al 3% del dovuto con un limite di 10 mila euro. Si concede la dilazione del pagamento delle somme iscritte a ruolo, fino ad un massimo di 72 rate mensili, dietro semplice richiesta del contribuente che dichiari di versare in una situazione temporanea di difficoltà. Per somme superiori a 50 mila euro può essere concessa solo se il contribuente fornisce documentazione. Si riduce dall’8% al 6% l’aggio.
Cambia anche la disciplina dell’interpello e del contenzioso con la norma del silenzio-assenso, tale per cui viene data per acquisita la proposta fatta dal contribuente che non abbia ricevuto risposta entro 190 giorni. Per i rimborsi c’è l’immediata esecutività dopo il primo grado, non più al secondo.
Salta la soglia del 3% del reddito al di sotto della quale era stata prevista l’impunità penale per la frode fiscale. Cambia solo in riferimento all’ammontare dei ricavi non dichiarati, che deve essere superiore a 1,5 milioni di euro (anziché un milione). É frode fiscale anche quando l’ammontare complessivo dei crediti e delle ritenute fittizie che vengono portate in diminuzione dell’imposta, è superiore al 5% dell’imposta complessiva, o comunque a 30 mila euro. Per omessi versamenti si prevede la depenalizzazione se il contribuente paga e aderisce all’accertamento prima che sia partito il procedimento penale, per infedele e omessa/tardiva dichiarazione se c’è pagamento e ravvedimento. Per i dirigenti fiscali decaduti dopo la sentenza della Consulta, «concorsi per soli esami». Rivista la struttura delle agenzie fiscali.
Francesco Di Frischia – Il Corriere della sera – 27 giugno 2015