Rosaria Amato. Risorse insufficienti: le Regioni chiedono al governo un incontro urgente sulla legge di Stabilità per fare il punto sul finanziamento del Fondo sanitario nazionale per il 2016. «Io ritengo che un solo miliardo su 5 in più non sia sufficiente a ottenere quegli obiettivi che lo stesso governo vuole perseguire», ribadisce il presidente Sergio Chiamparino al termine della Conferenza delle Regioni.
Precisando che non si tratta di una «dichiarazione di guerra», ma solo di una richiesta di dialogo. Tanto più che lo stesso ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ospite di Repubblica Tv , ammette che «ci vuole di più» e per l’esattezza «ci sarebbe bisogno di un incremento di due punti di Pil per far fronte alla maggiore domanda della popolazione che invecchia e ha bisogno di più cure e medicine». Però si mantiene sulla stessa linea del premier Renzi, che alle prime proteste delle Regioni due giorni fa aveva ribattuto: «Questo Paese non sta tagliando la sanità, nel 2002 erano 75 i miliardi del Fondo sanitario nazionale, quest’anno 110, l’anno prossimo 111». «Quando sono diventata ministro volevano tagliare 2 miliardi di euro per i ticket. – ricorda Lorenzin – Adesso abbiamo avuto un’inversione di tendenza, ogni anno c’è un incremento, certo non è quanto ci aspettavamo sulla base del Def 2012, l’incremento del fondo va di pari passo con l’incremento del Pil. La cosa buona è che è comunque aumentato, ma ci vuole di più sicuramente». I presidenti delle Regioni però non contestano solo il taglio rispetto allo stanziamento previsto di 115,3 miliardi, ma l’ottica generale con la quale si guarda alla salute: «Non si può dare l’idea di una sanità che sta sempre sotto l’assillo delle risorse e dei tagli », obietta il governatore della Toscana Enrico Rossi. Mentre il presidente della Liguria Giovanni Toti invita a «non giocare con le parole: razionalizzazione, ottimizzazione… se sono meno risorse si chiamano tagli».
Il ministro Lorenzin cerca un punto d’incontro anche sull’altro grande fronte aperto sulla sanità, quello con i medici per il decreto sull’appropriatezza delle prestazioni: «E’ passato un messaggio sbagliato, le persone sono convinte che non potranno più avere dal Servizio Sanitario le analisi o le Tac o le risonanze magnetiche. Non è così: quei 208 esami non sono stati tagliati, solo si chiede ai medici di agire con appropriatezza. Sono tutti d’accordo sul fatto che da noi c’è un eccesso di prescrizione, che non si traduce in un vantaggio per il paziente e diventa uno spreco per il servizio pubblico». Apertura invece sulla messa a punto di una procedura che renda omogeneo il sistema sanzionatorio in tutte le Regioni, anche se il ministro precisa che l’obiettivo della norma non è certo quello di applicare sanzioni quanto quello di indicare ai medici una serie di procedure su un «elenco di prescrizioni su cui bisogna porre maggiore attenzione per risparmiare ». Proprio per questo, suggerisce Enrico Rossi, «sarebbe stato meglio un intervento premiale: se fai prestazioni appropriate, si liberano risorse». Lorenzin si dichiara infine contrarissima alla vendita dei farmaci di fascia C nei supermercati: «Io sono aperta a un ragionamento generale sulla distribuzione del farmaco ma non a un provvedimento come questo che fa solo gli interessi della distribuzione». Per il ministro la liberalizzazione porrebbe problemi di «sostenibilità del sistema », spingendo verso la chiusura molte delle farmacie che costituiscono un presidio sanitario insostituibile nei piccoli centri.
Repubblica – 2 ottobre 2015