Sarà battaglia in tribunale tra il Comune e l’istituto zooprofilattico “Caporale” per le spese di gestione del canile. Alla citazione in giudizio da parte dell’Izs, che esige il pagamento di circa quattro milioni di euro per le cure prestate ai cani nel periodo in cui ha gestito la struttura di contrada Carapollo, l’ente locale reagisce con un’iniziativa uguale e contraria.
L’amministrazione cittadina, infatti, citerà l’istituto per debiti non onorati che ammontano a poco meno un milione di euro. La somma pretesa dal Comune si riferisce all’Ici rimasta inevasa, a 500mila euro non saldati nell’operazione che portò l’Izs ad acquisire il mattatoio di Campo della fiera e a circa 250mila euro di lavori mai realizzati, sempre dal “Caporale”, nell’area antistante la vecchia sede che si trova nella stessa zona.
«Che questi soldi ci sono dovuti è certo», contrattacca il sindaco Maurizio Brucchi, «mentre resta da dimostrare l’effettività della somma richiesta dall’istituto». A Brucchi la citazione in giudizio del Comune non va proprio giù anche perché fa riferimento a una cifra secondo lui spropositata. «Abbiamo sempre rispettato la convenzione e pagato quanto previsto», sottolinea il sindaco che ha subito sottoposto la questione all’ufficio legale dell’ente, «per cui non si capisce il motivo della richiesta di quasi quattro milioni di euro».
In realtà il contenzioso con l’istituto sulle spese del canile è aperto da oltre dieci anni e a detta del primo cittadino riguarda aspetti che esulano dall’accordo stipulato a suo tempo. «Se a Carapollo hanno messo più cani del previsto», precisa Brucchi, «le responsabilità e le spese non possono attribuirle a noi». Il sindaco specifica, inoltre, di non aver mai autorizzato l’Izs a ricoverare i cani anche nella struttura di contrada Gattia.
La richiesta di pagamento per le cure praticate a quegli animali, su cui sempre secondo il sindaco si basa il contenzioso rimasto aperto finora, tra l’altro non sarebbe supportata dalla documentazione necessaria. «Mancano i verbali di cattura che indicano con certezza dove sono stati presi i cani», sottolinea il primo cittadino, «e che provano dunque se ce ne dobbiamo far carico noi». E’ già successo in passato, infatti, che alcuni animali siano stati catturati nel territorio di altri Comuni a cui dunque vanno accollate le spese di ricovero.
Maurizio Brucchi avrebbe preferito regolare il conto con una transazione che compensasse debiti e crediti tra l’ente e l’istituto zooprofilattico. Quest’ultimo però si è rivolto ai propri avvocati e allora l’intera partita si deciderà in tribunale.
Gennaro Della Monica – Il Centro – 6 marzo 2016