Il dg dello Zooprofilattico Fernando Arnolfo ha spedito a ministero della Salute e Regioni Abruzzo e Molise una lettera di dimissioni, o meglio il preavviso di 60 giorni delle proprie dimissioni (come previsto dal contratto). Essendo già partito l’iter per la scelta del suo successore, ed essendo noto da tempo che tra Arnolfo e l’istituto teramano l’idillio – se mai c’è stato – era finito, potrebbe apparire un gesto irrilevante.
In teoria, invece, di conseguenze potrebbe averne, in un senso o nell’altro: indebolirà ulteriormente agli occhi del ministero l’istituto teramano, già paralizzato da due anni dalla guerra intestina tra lo stesso Arnolfo e il cda, ed esporrà il “Caporale” al rischio di un nuovo commissariamento? Oppure sarà di pungolo per la politica abruzzese-molisana e la stimolerà ad accelerare il rinnovo della governance previsto per legge?
I pessimisti optano per la prima, ma a dare manforte agli ottimisti arriva il fatto che la Regione Molise proprio ieri ha convocato per il 3 novembre il consiglio nel quale sceglierà il proprio componente del futuro cda e il proprio componente della commissione chiamata ad esaminare i curriculum degli aspiranti dg. Se quel consiglio andrà senza intoppi, la commissione potrà riunirsi dopo pochi giorni e tra circa un mese la nomina del successore di Arnolfo – che nel frattempo resta al suo posto, visti i due mesi di preavviso – sarebbe cosa fatta. Nel frattempo, per evitare “missili” da Roma, pare che il governatore Luciano D’Alfonso chiamerà a giorni il ministro della Salute Beatrice Lorenzin per rassicurarla sul fatto che lo Zooprofilattico di Teramo sta per essere “messo a posto”.
Di sicuro la politica all’istituto teramano ha pensato molto poco negli ultimi due anni, e il dimissionario Arnolfo – nel sottolineare che il suo addio è legato anche a «motivi personali» – lo dice a chiare note. «La politica ora deve intervenire», dice al Centro, «ma doveva farlo molto prima, come io ho più volte chiesto. Io non pretendo di avere ragione nella disputa con il cda. In ogni caso, chiunque abbia ragione, la politica doveva convocare le parti. Come ha fatto a tollerare che per un anno e mezzo non si approvassero i bilanci senza convocarci? C’è stata l’ignavia più assoluta».
Domanda: forse a qualcuno conviene che lo Zooprofilattico sia paralizzato? Risposta di Arnolfo: «Forse sì. Ci sono persone legate alla vecchia gestione e che tifano per il commissariamento. Spero che queste mie dimissioni stimolino chi di dovere a decidere». Le decisioni, a livello politico, sembrano già prese e appare quasi certo che il successore di Arnolfo sarà l’ex rettore dell’università di Teramo Mauro Mattioli. Anche su questo Arnolfo si toglie un sassolino dalla scarpa. «Le fusioni a freddo non si fanno», dice, «e se lo Zooprofilattico di Teramo è un’eccellenza, questa parola non la userei anche per l’università. In ateneo, peraltro, mi risulta che ci siano tre gruppi che si fanno la guerra e non si parlano…».(red.te)
Il Centro di Teramo – 19 ottobre 2015