L’ultima proposta del governo per cercare di risollevare l’economia del paese è di inserire il Tfr in busta paga ogni mese. Praticamente, la liquidazione che già viene elargita al contribuente alla fine della vita lavorativa, viene spalmata mensilmente a seconda della base di partenza. Tutto ciò ha suscitato le ovvie reazioni non solo dei media, dei competitor politici e degli addetti ai lavori ma ha pure scatenato la polemica tra tecnici, esperti, e illustri professori.
In questo senso, Aldo Grasselli, presidente di FVM (Federazione veterinari e medici) sull’annosa questione della liquidazione “frazionata” mensilmente in busta paga s’è detto alquanto scettico. “Non volendo affrontare le patologie del paese: inefficienza allocativa della spesa pubblica, evasione fiscale, corruzione, economia criminale, anche questo governo cerca un sistema alternativo al “buon governo” e si avvia verso scelte di politica economica trompe l’oeil”.
Dopo gli 80 euro – “La prima iniziativa originale è stata l’erogazione di 80 euro recuperati dalla fiscalità generale. La seconda sarà, salvo rinsavimento e modifiche, lo spostamento del TFR in busta paga, sempre per rilanciare i consumi, quindi la ripresa” specifica Grasselli, che poi aggiunge “Esattamente quello che avrebbero dovuto fare i rinnovi contrattuali fatti con le risorse pubbliche e private necessarie, che non ci sono perché non si abbassa il costo del lavoro, visto che il lavoro è l’unica fonte certa di prelievo fiscale. Anche il Governo della svolta buona non vuole scovare i patrimoni accantonati illegalmente e così ricorre ai soldi che i lavoratori hanno messo da parte.”
Illusionismi – “Un vero e proprio illusionismo contrattuale che relega i lavoratori in una condizione di nuova sudditanza, ad un regime economico che svaluta il lavoro, e lo paga con gli stessi soldi dei lavoratori” spiega Il presidente FVM che non nega un’analisi specifica del meccanismo in questione. “Senza una lucida ridefinizione della questione del TFR si arriverà molto presto alla totale destrutturazione del sistema del welfare, del risparmio destinato alla fine lavoro, della previdenza e della assistenza per le fragilità della fase finale della vita. Un mondo nuovo in cui i lavoratori sono spinti a cannibalizzare i loro risparmi e con questi a fagocitare inconsciamente i loro diritti sociali. Con la complice ottusità e l’indolente ignavia di una parte, imperdonabilmente troppo grande, dei sindacati. Poi si passerà alla cannibalizzazione tra lavoratori, ma questo non sarà più un tema per i sindacati, perché i sindacati non ci saranno più”.
Libero quotidiano – 6 ottobre 2014