L’allarme di Ulss ed Enpa contro alcuni allevatori senza scrupoli che mettono anche a rischio la salute pubblica. Vacche imbottite di farmaci perché arrivino vive al macello. Uno dei modi per evitare spese di smaltimento e perdite di soldi
Pulcini di un giorno triturati da lame rotanti. Mucche devastate da enormi piaghe da decubito che si accasciano a terra, e che, invece di essere abbattute sul posto per porre fine allo strazio, vengono trascinate fra sofferenze indicibili per essere caricate sul camion e portate al macello. La ragione è semplice. Se la bestia viene uccisa dove è caduta per terra non può essere più commercializzata, l’allevatore non solo non ci guadagna ma è costretto a pagare anche lo smaltimento della carcassa. Così l’operatore incassa, l’animale muore dopo torture spietate, il consumatore mangia un prodotto a rischio. Scene di ordinaria crudeltà, di cinica violenza.
Diritti e benessere degli animali negati, messi sotto i piedi. I filmati nel salone di Villa Bonin a Montecchio Precalcino propongono alcuni di questi orrori da lager degli animali. «Se la gente sapesse – dice Fabiola Bertoldo, presidente dell’Enpa dell’Alto Vicentino – mangerebbe meno carne». I maltrattamenti sono ancora una storia primordiale che si continua a scrivere alle spalle di chi, appunto, dall’altra parte del banco del macellaio o del supermercato, costituisce l’anello terminale di questa catena. Ogni anno si macellano 360 milioni fra bovini, maiali, pecore, capre, diversi miliardi di avicoli; si sopprimono negli incubatoi 25 milioni di animali da pelliccia e 330 milioni di pulcini; e vengono compiute altre stragi per ragioni sanitarie con l’obiettivo di controllare malattie contagiose come l’afta e l’influenza aviaria. Ebbene, in queste pratiche di morte, spesso l’animale non conta nulla.
Per questo il rilievo, non solo didattico, dell’incontro formativo promosso dal dipartimento di sanità animale e sicurezza alimentare dell’Ulss 4, il primo del genere tenutosi nel Vicentino e nel Veneto. «Un’iniziativa importante – dice ancora la Bertoldo – . Un corso che fa riflettere».
L’intento è stato di far conoscere alla comunità degli addetti ai lavori, allevatori, macellai, operatori del settore, ma anche amministratori, una questione di stretta attualità ma anche aspetti regolamentari che da quest’anno sono in gran parte cambiati.
«Il benessere degli animali – spiega il capodipartimento dottor Fabrizio De Stefani – deve diventare un ingrediente fondamentale delle produzioni alimentari nazionali e venete per il portato etico da offrire ai consumatori e per consentire al nostro sistema produttivo di sfruttare una irripetibile chance competitiva nei confronti di sistemi agroindustriali stranieri di maggiori potenzialità e dimensioni con i quali dobbiamo confrontarci e continuare a vincere».
Gli animali sono in grado di percepire la realtà e provare emozioni, e il principio che vanno rispettati in quanto esseri “senzienti” è riportato nel trattato dell’Unione. Fra l’altro, il maltrattamento degli animali cozza contro la stessa sicurezza alimentare, a rischio dei consumatori. Per questo l’Ue dal primo gennaio di quest’anno ha varato un nuovo regolamento per la protezione degli animali durante l’abbattimento degli animali nei macelli, nelle aziende agricole, nelle campagne profilattiche.
Franco Pepe – Il Giornale di Vicenza – 3 maggio 2013