di Cesare Maffi. Chi fa le leggi? Risposta astratta: l’organo che detiene il potere legislativo. Risposta fondata sulla Costituzione dichiarata la più bella del mondo: le Camere (articolo 70: «La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere»). Quanto all’iniziativa legislativa, essa spetta al governo, ai singoli parlamentari, ai consigli regionali, agli elettori e perfino al sopravvissuto Cnel.
Ebbene, a giudicare da quanto succede nel mondo politico, si direbbe che l’iniziativa legislativa spetti a chiunque se la prenda, mentre la stessa funzione legislativa delle Camere finisce con l’essere una pura ratifica di decisioni assunte altrove.
Il più recente esempio è costituito dal presidente dell’Inps, l’economista Tito Boeri, il quale propone una riforma complessiva delle pensioni, avanzando cinque itinerari specifici. Non sono mancate polemiche su quella che è stata definita «invasione di campo» (e neppure la prima) del massimo responsabile dell’Inps. L’esempio, d’altra parte, veniva dalle (di poco antecedenti) indicazioni avanzate dall’icona della lotta alla corruzione, il presidente della competente Autorità, Raffaele Cantone, con le sue dettagliate proposte per riscrivere la cosiddetta legge Severino.
Più in generale, sono i magistrati a farsi sentire, e non soltanto quando si toccano i loro ritmi di lavoro o le loro ferie. Possono servirsi del Csm, in funzione istituzionale (del resto, da molti anni l’organo di autogoverno è divenuto una specie di terza Camera), ovvero dell’Associazione nazionale magistrati, in funzione sindacale. Bacchettano qualsiasi proposta possa infastidirli e pretenderebbero pronto ascolto, anzi obbedienza, da parte sia dell’Esecutivo sia del Legislativo, servendosi di organi di stampa che fanno loro da portavoce.
A proposito di sindacati, va dato atto a Matteo Renzi di aver ridimensionato l’antica possanza sindacale. La Triplice ha perso quella prepotente influenza che, in nome della concertazione, aveva da decenni. Correttamente, Renzi ha più volte fatto capire ai vari Landini, Camusso ecc. che altro è ascoltarli (anche in modi umilianti per i sindacalisti, chiamati alle 8 del mattino con tempi contingentati), altro è obbedir loro. Ciò non toglie che le pressioni sindacali su governo e Parlamento procedano in forme diciamo vivaci, come si è visto per la legge sulla scuola.
Infine, va rammentato che le competenze delle due Camere sono da anni pesantemente condizionate dall’azione del governo. Specie mediante il duplice meccanismo degli emendamenti ciclopici e della posizione della fiducia, l’Esecutivo zittisce il Legislativo: o è così oppure provocate la crisi (con possibile ritorno a casa per molti parlamentari).
ItaliaOggi – 10 luglio 2015