La Regione Liguria mette il veto sul candidato del governo piemontese alla direzione dello Zooprofilattico. Situazione congelata con un interim. Ora la riforma dell’ente. Maria Caramelli resta alla guida dell’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Val d’Aosta e Liguria. Una permanenza “ad interim” che rappresenta uno strappo alla prassi che da sempre regola il “concerto” tra le tre amministrazioni regionali cui compete la designazione. È stato infatti il governatore ligure Claudio Burlando (nella foto), già particolarmente seccato per l’imposizione a presidente di Gregorio Borsano (ex candidato di Forza Italia al Comune di Torino), a porre il veto sul nome di Bartolomeo Griglio, il candidato proposto, tra molte polemiche, dalla giunta Cota. Leggi anche l’articolo di Repubblica.
La querelle ha prodotto tensioni tra le Regioni ed ha avuto come esito l’assegnazione dell’incarico “ad interim” alla persona più titolata, ovvero alla dottoressa Caramelli, 54 anni, una lunga carriera nell’istituto in cui è arrivata a ricoprire la funzione di direttore sanitario: una ricercatrice affermata e stimata a livello nazionale ed europeo, assurta alla notorietà del grande pubblico quale massima autorità del morbo della cosiddetta “mucca pazza”. Anche in virtù del suo curriculum era stata indicata alla direzione dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale per l’Abruzzo e il Molise di Teramo. Ma lei non ha mai fatto mistero che sarebbe volentieri rimasta a Torino.
La maggioranza di centrodestra gli ha invece contrapposto il dottor Griglio, 50 anni, professore a contratto a Veterinaria, coordinatore dell’ente regionale per la sicurezza alimentare, responsabile dei servizi veterinari dell’Asl To5. Secondo alcuni privo dei necessari requisiti nel campo della ricerca scientifica e troppo sponsorizzato dalla politica. I boatos di Palazzo riferiscono di legami con l’area ex aennina del Pdl, in particolare con il vice coordinatore regionale Agostino Ghiglia che ne avrebbe perorato la causa all’assessore leghista Elena Maccanti. Non che la Caramelli (foto) non goda di adeguate relazioni nel milieu cittadino e romano, a partire dai cordiali e solidi rapporti con Michele Vietti che, alle ultime comunali torinesi, aveva pensato a lei come possibile sfidante di Piero Fassino.
Il braccio di ferro ha avuto come esito l’attuale impasse, con una direttrice facente funzioni, di fatto “commissario” dell’ente e dai poteri limitati. Il tutto complicato dalle nuove norme sugli istituti soggetti alla vigilanza del Ministero della Sanità (oltre ai Izs, Croce Rossa, Lega tumori, Agenas e Istituto superiore della sanità) che dovranno essere recepite dalla legislazione delle Regioni. Insomma, tempi lunghi.
Lo spiffero – 22 agosto 2012