Da direttore generale dell’Asl al vertice di Polymnia, la società della Fondazione Venezia che dovrà gestire l’M9, il novo museo di Mestre. Si aprono nuove strade professionali per Antonio Padoan, 70 anni, per dodici manager numero uno della sanità veneziana.
È lui infatti il candidato in pole position per il posto di vertice della società Polymnia, controllata al 100 per cento dalla Fondazione bancaria presieduta da Giuliano Segre. «Non ne so nulla», si schermisce Padoan, «il nuovo consiglio di amministrazione si riunirà tra un mese». In realtà i contatti tra Segre e Padoan, entrambi di passato socialista, sono arrivati a buon punto. Il ruolo dell’ex dg, molto vicino a Giancarlo Galan e al Pdl, sostituito dal leghista Zaia alla direzione dell’Asl 12, sarebbe quello di «mediatore politico» tra Fondazione, Comune e Regione per l’avvio del progetto del museo. Le competenze culturali di Padoan sono ad esempio la sua presidenza dell’Istituto Ville venete, all’epoca in cui la Regione era governata da Umberto Carraro e Lia Sartori, anche loro socialisti nel Psi di Craxi. L’esperienza manageriale maturata sarebbe quella della costruzione del nuovo Ospedale di Mestre, realizzato in project financing con la Mantovani, l’impresa del Mose, dopo l’abbattimento del vecchio Umberto I nel centro di Mestre. Oggi presidente di Polymnia è Plinio Danieli, imprenditore anch’egli di area socialista, che verrebbe affiancato da Padoan. L’operazione architettata dal Presidente della Fondazione, saldamente in mano a Segre – anch’egli da sempre di fede socialista – dall’inizio degli anni Novanta