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Tosi affossa il Piano socio sanitario «Non sta in piedi, sarà impugnato. Fatte scelte politiche gravi»

1a1a1_11aaaaaaFlavio-Tosi-«La V commissione, presieduta da Leonardo Padrin, ha fatto passare emendamenti che non stanno in piedi. Il ministero della Salute ha già espresso il rischio di illegittimità. Credo che la logica conseguenza sia impugnare il Piano socio sanitario della Regione Veneto». Flavio Tosi in un’intervista rilasciata oggi al Corriere di Verona non usa mezzi termini: il Pssr così come è stato approvato non “regge”, i poteri dovevano restare alla giunta. «Mi riferisco alle modalità di nomina del segretario della Sanità e al parere vincolante sulle schede ospedaliere. In entrambi i casi le conseguenze sono pesantissime, non ultima quella di andare in stallo sulle riorganizzazioni ospedaliere. I poteri della giunta dovevano rimanere alla giunta, come ha sottolineato il ministero competente».

C’è stato o no un asse Zaia-Padrin per limitare il suo potere in ambito sanitario? «Diciamo che la V commissione e in particolare il suo presidente Padrin hanno lavorato per aumentare la propria sfera di competenza. Ma quello che è accaduto è politicamente grave. Su scelte così delicate si è venuta a creare una maggioranza alternativa composta da Pdl e Pd. In una situazione normale non sarebbe accaduto». Cosa intende? «Che hanno sfruttato la fase precongressuale della Lega. Se si fosse aspettato qualche settimana tutto questo non sarebbe successo».

L’intervista/ Tosi affossa il piano socio sanitario

VERONA – Il Congresso federale è alle porte, la Lega 2.0 si accinge a consacrare Roberto Maroni segretario al posto del dimissionario Umberto Bossi. Un weekend di emozioni quello che si prepara a vivere Flavio Tosi, segretario della Liga Veneta e sindaco di Verona. Entra subito in clima precongressuale il delfino del futuro numero uno di via Bellerio, rispondendo alle critiche del suo predecessore Gian Paolo Gobbo, che ha parlato del rischio di una «Lega Verona-centrica come la sanità», e alle polemiche sull’elezione del Cda di Veneto Sviluppo. Ma ha fornito anche la sua chiave di lettura su importanti temi regionali, come l’approvazione del Piano Socio sanitario, paventando l’ipotesi che il ministero competente impugni il provvedimento.

Segretario Tosi, che ruolo avrà il Veneto nella Lega di Maroni? «Nel consiglio federale siederanno quattro veneti. I lombardi saranno sei, due i piemontesi e ci sarà un emiliano. Questa composizione fa capire quanto pesa il Veneto. La Lombardia, con 10 milioni di abitanti, ha sei consiglieri; noi quattro con 5 milioni. E poi…».

E poi? «… Anche Maroni stesso è una garanzia. Con lui segretario scompare il dirigismo, si chiude un’epoca».

Si fa un gran parlare del vicesegretario veneto. Chi sarà? «Non lo so».

Si è parlato di Bitonci, qualcuno vocifera possa essere lei.. «Non lo so e lascio che i giornali scrivano. La verità è che tutto si deciderà entro domenica».

Gobbo sostiene che lei ha messo se stesso davanti al partito pur di tornare a fare il sindaco di Verona. Nella sua città la Lega ha 5 consiglieri, mentre la sua lista, piena di ex Pdl e non solo, ha fatto cappotto… «Gobbo si sbaglia. Perché nel primo mandato, in coalizione con Forza Italia, An e Udc, la Lega ha fatto 6 consiglieri su 31 di maggioranza; questa volta ne ha eletti 5 su 23. Il rapporto, quindi è migliore».

Al di là dei numeri, Gobbo puntava il dito sul fatto che non è andato solo con la Lega… «Se lo avessi fatto, forse avrei vinto lo stesso. Ma non avrei potuto governare perché si sarebbe verificato il caso dell’anatra zoppa, ovvero un sindaco senza maggioranza consigliare».

Il suo predecessore teme che lei guidi il partito in maniera Verona-centrica, come è successo per la sanità. Cosa risponde? «La questione della sanità è fuorviante. Da assessore regionale ho girato il Veneto in lungo e in largo e una delle riconversioni che ho portato a termine è stata quella dell’ospedale di Caprino, che se non sbaglio è nel Veronese. Assicuro Gobbo che tutte le sere giro le province venete perché voglio essere il segretario di tutti».

Veniamo al Piano socio sanitario allora. E’ vero quel che si sussurra, ovvero che ci sarebbe stato un accordo Zaia-Padrin per limitare il suo potere in ambito sanitario? «C’è stata da parte di Zaia la scelta, condivisa e condivisibile, di far approvare il Pss. La V commissione, presieduta di Padrin, ha fatto passare emendamenti che non stanno in piedi».

Si spieghi meglio Tosi… «Mi riferisco alle modalità di nomina del segretario della Sanità e al parere vincolante sulle schede ospedaliere. In entrambi i casi le conseguenze sono pesantissime, non ultima quella di andare in stallo sulle riorganizzazioni ospedaliere. I poteri della giunta dovevano rimanere alla giunta, come ha sottolineato il ministero competente».

Quindi? Ci saranno ricorsi? «Questo non lo so, ma se il ministero della Salute ha già espresso il rischio di illegittimità. Credo che la logica conseguenza sia impugnare il Piano socio sanitario della Regione Veneto».

Non ha risposto alla prima domanda però: c’è stato o no un asse Zaia-Padrin per limitare il suo potere in ambito sanitario? «Diciamo che la V commissione e in particolare il suo presidente Padrin hanno lavorato per aumentare la propria sfera di competenza».

Visto il risultato… riuscendovi. «Ma si tratta di un atto politicamente grave. Su scelte così delicate si è venuta a creare una maggioranza alternativa composta da Pdl e Pd. In una situazione normale non sarebbe accaduto».

Cosa intende dire Tosi? «Che hanno sfruttato la fase precongressuale della Lega. Se si fosse aspettato qualche settimana tutto questo non sarebbe successo ».

Fase precongressuale che pare non sia ancora finita, visto cos’è successo con Veneto Sviluppo: Carroccio diviso e Marco Vanoni che ha rischiato di essere impallinato… «E’ vero, qualche difficoltà c’è stata.Ma alla fine è andato come doveva andare».

Leggi anche “E Padrin critica il Ministero. Parere legale? Mai visto”

Antonio Spadaccino – Corriere di Verona – 30 giugno 2012

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