Lo scandalo della carne di cavallo venduta come se fosse manzo in Inghilterra, e non solo, scuote l’Europa. E dopo la Findus inglese, è la Nestlé a ritirare alcuni suoi prodotti dagli scaffali italiani e spagnoli denunciando in una nota il fornitore. Sotto accusa la filiera della «materia prima». La multinazionale svizzera avrebbe fatto tutto da sola: ha anticipato i controlli sul Dna della carne usata nei prodotti. Controlli che le autorità degli Stati membri dell’Ue devono far partire da marzo. E ha scoperto tracce di Dna di cavallo pari a poco più dell’1%, ritirando subito i lotti contaminati. Nessun rischio per la salute dei cittadini, ma sono state subito avvertite le autorità competenti. La nota sul sito della multinazionale parla di «dichiarazione fraudolenta da parte di un fornitore di manzo». Il comunicato Nestlè.
Che cos’è accaduto? Non appena sono state diffuse notizie dalla Gran Bretagna su casi di etichettatura fraudolenta per la presenza di carne di cavallo in materie prime che dovevano contenere solo carne bovina (vicenda Findus), Nestlé si è «attivata in tutta Europa per effettuare verifiche approfondite e mirate sulle materie prime utilizzate». Ed è arrivata a sospendere le «consegne di tutti i prodotti finiti contenenti carne rifornita dall’azienda tedesca H.J. Schypke, subappaltatrice di uno dei nostri fornitori, JBS Toledo NV». I test effettuati, infatti, hanno rilevato tracce di Dna equino in due prodotti a base di carne di manzo fornita da H. J. Schypke. I livelli riscontrati sono di poco superiori all’1%, soglia che la Food safety agency (agenzia statunitense) usa per indicarne la volontaria presenza.
Anche se non ci sono conseguenze di carattere sanitario e di sicurezza alimentare, Nestlé ha deciso di ritirare in Italia e Spagna alcuni lotti di prodotti con data di scadenza fino all’8 aprile 2013: i «Ravioli di Brasato Buitoni» e «I Tortellini di Carne», realizzati con materie prime provenienti da questo specifico fornitore, perché non corrispondenti a quanto dichiarato in etichetta. «Verranno sostituiti da nuove produzioni con manzo al 100%. Stiamo inoltre procedendo ad innalzare ulteriormente il nostro esteso programma di assicurazione qualità — dice la Nestlé — integrando nuove analisi sulle materie prime bovine per rilevare l’eventuale presenza di Dna di origine equina, prima di procedere con nuove produzioni».
Secondo quanto riportato dal sito del Financial Times, Nestlé avrebbe ritirato dagli scaffali anche le lasagne «à la Bolognaise Gourmandes» in vendita in Francia. (Mario Pappagallo – Corriere della Sera)
L’Italia è il maggiore importatore europeo di carne di cavallo
Il mercato di carne equina finisce sotto i riflettori. Grazie ai dati elaborati dal quotidiano inglese TheGuardian abbiamo la conferma che l’Italia è il principale paese europeo importatore di carne equina. Il dato comprende anche asini, muli e bardotti, presumibilmente poco macellati.
Lo scandalo della carne equina ha avuto inizio l’8 febbraio quando in Irlanda The Food Safety Authority per primo ha trovato Dna di cavallo in un hamburger di manzo in confezioni Findus. L’azienda ha confermato. Da allora ha avuto inizio una faticosa ricostruzione del numero di impianti di trasformazione di carne equina e dei rivenditori.
I dati Ue, però, sono fermi al 2008. Da allora nessun paese ha reso i propri dati a disposizione. Ci sono però numeri che riguardano la più ampia famiglia degli equidi, la famiglia tassonomica di cavalli e animali correlati. Quindi anche asini e così via. I dati import-export. Nel 2012 in Italia sono stati importati 216mila quintali di carne – fresca, congelata o surgelata – , pari al 43% del totale Europa. Seguono Francia e Belgio, rispettivamente con 199mila e 66mila quintali.
Sul fronte dell’export ai primi tre posti troviamo Belgio, Polonia e Romania con 173mila, 96mila e 50mila quintali.
Tornando all’import l’Italia importa anche 21 quintali da Paesi non Ue. In questo caso primeggia il Belgio che con i suoi 159mila quintali raggiunge 225mila quintali totali e si avvicina molto ai 236mila importati dal nostro paese. (fonte: Il Sole 24 Ore)
19 febbraio 2013