Ore convulse nelle trattative tra Pdl e Lega in vista del voto politico. Lo scoglio principale resta il Cavaliere, sgradito al Carroccio: «Se la Lega vuole allearsi con noi lo può fare, ma deve sapere che il nostro candidato premier è Silvio Berlusconi», taglia corto il segretario Angelino Alfano, «siamo in un recupero che ci può portare al successo, noi abbiamo anche dato la disponibilità a sostenere Roberto Maroni alla presidenza lombarda.
O insieme sia in Lombardia che alle politiche oppure separati». Di più, Silvio Berlusconi ammonisce i recalcitranti “padani” circa i rischi di una sconfitta in Lombardia che provocherebbe, a catena, la crisi delle maggioranze di centrodestra in Piemonte e Veneto. «Mandarci a casa adesso sarebbe un danno inimmaginabile per cinque milioni di veneti. Se dovesse prendere questa decisione, Berlusconi se ne dovrebbe assumere la responsabilità, ma io non ho questa preoccupazione», è la replica del governatore di Palazzo Balbi, Luca Zaia, che tuttavia non sembra turbato più di tanto: «Mi sembra che Berlusconi sia sempre stato attento alle buone amministrazioni, e noi siamo i più virtuosi d’Italia». Sulle prospettive dell’accordo con il Pdl, Zaia non si sbilancia – «La delega è nelle mani di Maroni, ogni discorso prima della sua decisione è prematuro» – e glissa anche sull’ipotesi di un ticket elettorale con vicepremier leghista ventilata dal Cav: «L’ho letto sui giornali, mi sembra fuori luogo discuterne mentre i giochi sono aperti, io comunque ho altro a cui pensare». Ben più drastico il giudizio espresso di Flavio Tosi: «Fare il ticket significherebbe solo portare acqua al mulino di qualcun altro», sostiene il sindaco di Verona e segretario lighista «l’alleanza tra Lega e Pdl non è vista affatto bene dalla gente, se fosse riproposta alle politiche sarebbe inutile e forse anche dannosa: c’è qualcuno davanti e questo qualcuno si chiama Berlusconi». E se il candidato a Palazzo Chigi fosse Alfano? «Apri la matrioska con le sembianze di Silvio e dentro c’è lui, Angelino. Che cosa cambia?», la replica tranchant. Ma anche in casa pidiellina c’è chi risponde alle vaghe minacce del Cavaliere con un’alzata di spalle: «Sto in Veneto e sto con Zaia», dichiara il capogruppo al consiglio regionale Dario Bond «abbiamo firmato un programma con gli alleati ricevendo la fiducia dei cittadini e rispetteremo l’impegno assunto».
Il Mattino di Padova – 28 dicembre 2012