Quando l’Usl 2 rafforza le postazioni ai Covid-point perché aumenta la richiesta di tamponi ed è pronta a riaprire gli ospedali tornati da poco Covid-free, significa che la situazione sta diventando allarmante. I nuovi contagi registrati ieri nella Marca sono stati 292 e rimane la provincia col maggior numero di casi progressivi in Veneto. Risultano attualmente positivi 2.968 trevigiani: il 20 febbraio erano duemila, a dimostrazione non solo che la curva cresce, ma che per i sanitari torna importante l’attività sul territorio. In una settimana ci sono stati 1.546 casi nell’Usl 2; per fare un paragone, nella seconda settimana di febbraio i casi erano stati 827 e nella prima settimana 756, quindi sono raddoppiati in meno di un mese. Non c’erano quasi trecento casi in una giornata da gennaio: tutto spinge a cercare nuovi rinforzi sanitari.
L’occupazione ospedaliera rimane stabile, i posti letto assegnati sono due in meno rispetto a venerdì (105 ordinari, 15 in terapia intensiva, 30 in ospedale di comunità) ma sono nettamente superiori a una settimana fa: solo al Ca’ Foncello ieri mattina ci sono stati nove nuovi ricoveri. Il dg Francesco Benazzi si prepara a riaprire gli ospedali per rispondere all’incidenza epidemica, ha già predisposto l’attivazione di venti posti letto a Montebelluna e, se Vittorio Veneto andrà in sofferenza, anche Conegliano dovrà ripristinare i reparti. Un altro passaggio obbligato, dovuto alla recrudescenza dei contagi, sarà di rinforzare i Covid-point già attivi. Per ora saranno solo implementate le postazioni di Treviso, Oderzo, Altivole e Conegliano, ma se saranno superati i 3.500 accessi quotidiani anche altri centri per i tamponi dovranno tornare operativi. Ieri il Covid-point in Dogana, a Treviso, ha rivisto una lunga coda di automobili e pazienti in attesa di fare il tampone: da fine gennaio non se ne vedevano.
La curva che invece scende è quella dei decessi: nell’ultima settimana in provincia di Treviso hanno perso la vita dopo il contagio Covid dieci persone: da metà novembre a metà gennaio i decessi sono stati sempre più di 70 a settimana, con un picco di 126 a inizio gennaio. La mortalità sta rallentando dopo l’avvio della campagna vaccinale che ha protetto le case di riposo, luoghi in cui il virus aveva portato contagi con esiti mortali: il 24 dicembre c’erano seicento ospiti positivi al Covid, ora sono tutti protetti, zero casi. Il coronavirus è fuori da lì, fra i giovani e nelle famiglie. La risposta della sanità trevigiana alla nuova ondata è nelle cure e nella prevenzione, quindi nei vaccini. Stando alle forniture attuali, il dg Benazzi conta di somministrare 22 mila dosi a settimana: «Come da indicazione della Regione, useremo tutte le dosi senza accantonare, dobbiamo procedere con grande velocità per mettere in sicurezza la popolazione, non solo gli anziani ma tutte le categorie fragili e i lavoratori essenziali». Fino a ieri l’Usl 2 è quella che ha fatto il maggior numero di vaccini in Veneto: oltre 67 mila. Oggi comincia la campagna vaccinale per le persone che hanno subito un trapianto: si parte al Ca’ Foncello con i primi 250 trevigiani con trapianto di rene (seguiti dal dotto Nordio con il supporto del Sisp e della direzione medica). Domani riprende la vaccinazione degli over 80 con le classi 1939 e 1929: entro l’inizio di aprile tutti i trevigiani sopra gli 80 anni saranno immunizzati.