«Le aliquote più basse possibili sono il miglior investimento per ridurre l’evasione fiscale». Confartigianato: gli italiani pagano 54 miliardi in più di tasse rispetto a media Ue
MILANO – «Credo che sia giusto un sistema con tre aliquote» Irpef: è quanto ha detto il ministro dell’economia Giulio Tremonti parlando all’assemblea di Confartigianato. Secondo Tremonti, inoltre, con una base imponibile ampia «le aliquote più basse possibili sono il miglior investimento per ridurre l’evasione fiscale». Per quanto riguarda le imposte Tremonti ha aggiunto: «È possibile ridurre il nostro sistema fiscale a cinque imposte». Il titolare del dicastero di via XX Settembre ha aggiunto che verrà anche redatto «un codice con principi unificanti» e un «catalogo dei tributi accorpando quelli minori».
LA RIFORMA – Una riforma, ha ribadito Tremonti, che non si può fare in deficit. Risorse possono essere recuperate dalla riduzione della spesa assistenziale, togliendo a chi non ha diritto. «Molti assegni assistenziali – ha aggiunto Tremonti – ce li hanno quelli che hanno i Suv. È un enorme bacino da cui derivare risorse per fare la riforma fiscale e correggere le finanze pubbliche. Anche la politica deve fare la sua parte, dando l’esempio e portando le proprie remunerazioni nella media europea». Il prelievo fiscale, in Italia, «può essere modificato in funzione di tre logiche fondamentali: i figli (la natalità), il lavoro e i giovani» ha aggiunto Tremonti. «Su alcune voci – ribadisce Tremonti – si può essere meno conservativi».
Le critiche di Galan
DISCONTINUITA’ – Tremonti però si è lasciato sfuggire anche una battuta dal sapore più strettamente politico. Il ministro dell’Economia ha esordito infatti con un esempio storico citando la Rivoluzione francese. «La mattina del 15 luglio 1789 il duca va dal re e gli dice, “Sire, hanno preso la Bastiglia”. “È una rivolta?”, chiede il re. “No maestà è una rivoluzione”. Ma il re continua a pensare che sia una rivolta e alla fine gli tagliano la testa». «Voglio dire – ha spiegato il ministro – che siamo in una fase storica marcata da una fortissima discontinuità, la parola giusta per definirla è crisi, intesa come cambio di paradigma».
TROPPE TASSE – In Italia il carico tributario è superiore di 3,5 punti di Pil rispetto alla media europea, pari a 54 miliardi di euro di maggiori imposte per i contribuenti aveva detto poco prima il presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, nella sua relazione all’assemblea annuale. Secondo l’organizzazione, «gli imprenditori devono dedicare agli adempimenti di burocrazia fiscale 285 ore all’anno, equivalenti a circa 36 giorni lavorativi, il 43% in più rispetto alla media Ocse». «Noi crediamo in una riforma del fisco – ha sottolineato Guerrini – che abbia l’obiettivo di consolidare il rapporto di reciproca fiducia e rispetto tra contribuenti e amministrazione finanziaria. I cittadini e gli imprenditori devono essere messi nella condizione di adempiere a norme chiare, semplici e precise». Per Confartigianato «serve un riequilibrio della pressione fiscale su imprese e lavoro, meno adempimenti e più fiducia tra Stato e cittadini. Crediamo in una riforma – ha aggiunto ancora Guerrini – che riduca la pressione fiscale, che la riequilibri a favore del lavoro e dell’impresa, che allinei la tassazione delle rendite ai livelli europei». Tuttavia, ha precisato il presidente di Confartigianato, «noi non vogliamo una riforma fiscale a tutti i costi: siamo per un riequilibrio della tassazione a favore delle imprese e del lavoro, per un allineamento della tassazione delle rendite a quella europea, non siamo per un salto nel buio spinto da fretta e tatticismi politici». Rivolgendosi poi al ministro dell’Economia, Guerrini ha osservato: «Forse le tasse possono davvero essere cosa buona e giusta se vengono percepite come un equo versamento per avere garantiti dallo Stato servizi pubblici all’altezza dei bisogni dei cittadini. Se però questo scambio non avviene – ha concluso – diventa davvero incomprensibile e insostenibile una così elevata pressione e complessità fiscale».
LE REAZIONI – «Tremonti torna a dire a Bossi e a Berlusconi che non si può fare la riforma fiscale con i criteri della propaganda elettorale, anche perchè il ministro dell’Economia, grazie ai controlli rigorosi dell’Europa, non può aumentare il deficit da qui al 2014». Lo dice il responsabile Lavoro e welfare dell’Italia dei Valori, Maurizio Zipponi che aggiunge: «Tremonti dovrebbe smetterla di vendere fumo».
Le riflessioni del ministro dell’Economia in merito alla riforma fiscale «mi sembrano interessanti» ha detto la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia uscendo dall’assemblea di Confartigianato. «Credo – ha aggiunto – che ci siano degli spunti interessanti per un dibattito insieme».
I soldi per fare la riforma fiscale «bastano e avanzano»: ad esserne convinto è il segretario generale della Uil Luigi Angeletti che, commentando l’intervento di Giulio Tremonti , chiede di «far seguire nei fatti ciò che ha detto il ministro».
Corriere.it – 15 giugno 2011