«Non autorizzerò mai l’uccisione di un esemplare che non attenta alla vita umana». Il ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti, chiarisce la propria posizione sulla gestione degli orsi problematici. Nell’ultimo incontro a Roma, a cui hanno partecipato il governatore Ugo Rossi e l’assessore Michele Dallapiccola, il ministro ha accettato l’introduzione nel protocollo Pacobace della nuova categoria dell’orso «dannoso» (riferito ai beni materiali).
Non sarà però concesso l’abbattimento per questa categoria. Manca invece ancora una risposta sulla norma di attuazione, chiesta da Trento, per la gestione in autonomia dei casi problematici. Si registra solo un’apertura sulla questione del numero. «Sarà interessata la commissione europea» afferma Rossi. I tempi tuttavia rischiano di essere lunghi.
Molto probabilmente Rossi e Dallapiccola gradirebbero continuare parlare dell’orso con il ministro dell’ambiente, ma del governo sloveno. Il Paese confinante con l’Italia, pieno di foreste e plantigradi, è visto dalla giunta trentina come un esempio di gestione «pragmatica» dei problemi legati al numero degli esemplari e alle interazioni con gli umani. «Bypassare la gestione statale per arrivare a una europea, come quella in Slovenia» è l’obiettivo del governatore. L’introduzione della definizione di orso «dannoso», che si aggiunge a quella «problematico», serve per poter intervenire prima che i comportamenti «anomali» manifestati da uno o più animali si aggravino. «Se gli orsi dannosi diventano 4-5 in due o tre anni, dove li mettiamo?» dice Rossi. «Non possiamo mica metterli tutti al Casteller». Il ministro però ha detto no all’abbattimento per i plantigradi che, in base alla definizione, «arrecano ripetutamente danni materiali alle cose (predazione di bestiame domestico, distruzione di alveari o danni alle coltivazioni) o che utilizza in modo ripetuto fonti di cibo legate alla presenza umana». Del resto la posizione di Galletti è chiara. «La tutela della vita umana e la sicurezza della popolazione vengono sempre al primo posto. Sugli orsi “pericolosi” il Tribunale ha già chiarito la possibilità per la Provincia di Trento di agire attraverso ordinanze (anche con l’abbattimento come per l’orsa che ha aggredito l’escursionista a Cadine, ndr). Se però siamo in presenza di un orso che non attenta all’uomo io indicherò la captivazione. La specie va protetta ad ogni costo».
La trattativa sulla norma di attuazione è aggiornata alla settimana prossima, quando è previsto un incontro tecnico. Tempi lunghi avrà il confronto sul numero, il vero nodo soprattutto in prospettiva. «Verrà interessata la commissione europea che confronterà le esperienze nel continente» annuncia Rossi. Ma nessuno sa con che tempi e con quale efficacia.
Stefano Voltolini – Il Corriere del Trentino – 31 luglio 2015