Non riusciva a far passare la tosse che da mesi l’affliggeva impedendole di respirare bene. Credeva si trattasse di un semplice male di stagione, invece dopo essersi presentata al pronto soccorso i medici l’hanno subito sottoposta ad alcuni esami clinici, scoprendo che si trattava di tubercolosi polmonare. La paziente, una studentessa di 17 anni che frequenta l’istituto Besta di via San Pelajo a Treviso, è stata subito sottoposta al trattamento con i farmaci antitubercolari.
La diagnosi
Il dipartimento di prevenzione dell’Usl 9, trattandosi di una malattia infettiva, ha proceduto con gli accertamenti di rito fra coloro che hanno avuto stretti contatti con la giovane, individuando tre persone infettate dallo stesso batterio: il padre della ragazza, il fratellino di 11 anni e un compagno di classe della 17enne. Dei quattro pazienti cui è stata diagnosticata la tubercolosi, due, la ragazza e il compagno di classe che ha la stessa età, sono stati ricoverati per alcuni giorni nel reparto di malattie infettive del Ca’ Foncello ed ora sono già stati dimessi. Il padre invece, probabilmente il primo ad aver contratto la malattia senza mai accorgersene, sta ricevendo le cure del caso nella sua abitazione di Quinto di Treviso, dove si trova in isolamento. Il figlio 11enne invece, vista l’età, è stato trattenuto in ospedale in isolamento pediatrico. «Si tratta di un caso di infezione significativo – ha spiegato il direttore sanitario dell’Usl 9 Michele Tessarin – ma i germi isolati fino ad ora rispondono tutti ai comuni farmaci antitubercolari delineando nei pazienti percorsi positivi. Ora stiamo cercando eventuali ceppi resistenti».
Lo screening
Nei giorni scorsi tutti i compagni di classe e i docenti della 17enne sono stati sottoposti a screening per verificare se vi fossero altre persone infettate dalla tubercolosi: fra le 29 persone sottoposte ad accertamenti, otto, un insegnante e sette studenti, hanno avuto contatto con il batterio senza sviluppare, almeno per il momento, la malattia. Per quattro di loro però dovranno essere fatti altri esami in modo da scongiurare qualsiasi rischio. «Lo sviluppo della malattia richiede molto tempo – ha spiegato Piergiorgio Scotton, primario del reparto di malattie infettive – e per questo dovremo fare altre analisi sui casi di positività riscontrati. Non c’è comunque da allarmarsi visto che si tratta di un germe con carica infettante molto bassa e che sviluppa la malattia altrettanto lentamente».
I rischi
Nella giornata di lunedì gli specialisti del Ca’ Foncello sottoporranno a screening anche i compagni di classe e le maestre del ragazzino di 11 anni, che frequenta le scuole elementari Pio X di Quinto di Treviso. Il rischio di contagio sarebbe molto basso, ma nonostante ciò anche al Besta, visto i casi di positività riscontrati tra compagni di classe della 17enne, saranno eseguite nuove analisi: martedì gli studenti delle classi che si trovano nello stesso piano di quella frequentata dalla ragazza, saranno oggetto di test specifici. «Si tratta di un caso straordinario, visto che normalmente la tubercolosi è difficilmente trasmissibile – aggiunge il primario del reparto di pneumologia Giorgio Santelli -. Serve un contatto molto stretto e prolungato perché avvenga il contagio: non a caso, per esempio, gli esami clinici sulla madre della ragazza sono risultati negativi».
Nonostante la tubercolosi sia vista come una malattia ormai relegata al passato, negli scorsi anni nel territorio dell’Usl 9 sono stati registrati circa 60 casi l’anno. Solo nel 2013 questa quota si era decisamente abbassata: lo scorso anno i casi erano stati solo 22, riguardando quasi sempre pazienti di origini straniere.
Alberto Beltrame – Corriere del Veneto – 7 marzo 2014