L’Usl registra il tutto esaurito, i posti per le guardie mediche sono tutti coperti, ma non ci sarebbero più professionisti “di riserva” per le eventuali sostituzioni negli ambulatori territoriali. «I posti di guardia medica dell’Usl trevigiana sono al completo, ma nel caso di una malattia o di una maternità non ci sono figure pronte a subentrare come sostituti. Mancano giovani medici, basta un minimo problema e il meccanismo rischia di incepparsi» spiega Bruno Di Daniel dello Snami. «Il problema non è così impattante per la continuità assistenziale, visto che la può fare il laureato in Medicina che non ha fatto il corso per la medicina generale. Quello che più mi preoccupa è invece la difficoltà a trovare specialisti, ad esempio pediatri, per i nostri reparti», replica il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi. La cronica carenza di condotti denunciata dai sindacati della Marca sembra destinata ad aggravarsi da qui al 2023. Senza un’inversione di rotta il rischio è che un trevigiano su 3 si ritrovi senza condotto. «In questo quadro le guardie mediche saranno le prime a saltare, rimettendo in discussione la turnazione notturna che è anche quella più impegnativa e dove si registrano i maggiori problemi di sicurezza» aggiunge Brunello Gorini, alla guida della Fimmg. A rinnovare l’allarme su scala nazionale anche la Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) che bolla la mancanza di camici bianchi come «il De Profundis della medicina di famiglia», lasciando intravedere un futuro funereo se non verranno adottati dei correttivi. Il Veneto si colloca tra le regioni più in difficoltà. I posti per i tirocinanti sono 50 all’anno per tutto il Veneto (contro i 100 dell’Emilia e i 120 della Lombardia) con una dispersione del 30% durante la formazione. Il risultato, denunciano i sindacati, è una goccia nel mare rispetto alla sete di medici di base. «E la Regione voleva addirittura ridurre da 50 a 30 posti, ravvedendosi dopo la nostra levata di scudi. Ora ci si accorge che c’è carenza di medici di famiglia, ognuno deve prendersi le sue responsabilità» denuncia il dottor Gorini «è vero che il Ministero fissa i posti in entrata ma la nostra Regione non ha fatto nulla per attivare una contrattazione e chiederne di più. Il risultato è che il Veneto, con 4 milioni di abitanti è sottodimensionato per numero di condotti rispetto a realtà meno popolose quali Trentino-Alto Adige e Molise». (v.c.)
LA TRIBUNA DI TREVISO – Sabato, 10 marzo 2018