Dopo il “caso nutrie” la Provincia vara il piano di contenimento per salvare le colture e i monumenti. È allarme a Godega
Dopo le nutrie, adesso tocca ai colombi. Da tempo la Provincia ha dichiarato guerra ai pennuti del Trevigiano, che quando sono troppi arriverebbero a causare danni anche piuttosto ingenti.
Ma ora ha deciso di passare alle maniere forti. «È risultato inutile l’uso di metodi ecologici – ammettono dalla sede della Provincia al Sant’Artemio – consistenti nell’utilizzo di falchi come deterrente e nella somministrazione di prodotti per il controllo della fertilità».
Insomma, predatori e pillole anticoncezionali hanno fatto flop. Da qui la decisione di dare un giro di vite al piano di contenimento. Come? Continuando ad abbattere i colombi a colpi di fucile nelle zone di campagna e aprendo all’utilizzo sperimentale, da ottobre ad aprile, di gabbie di cattura da piazzare nei centri abitati «dato che in tale ambiente sarebbe impossibile, per motivi di sicurezza, l’uso di armi da fuoco».
In questo periodo l’epicentro dell’invasione degli uccelli è nell’area di Godega di Sant’Urbano. Tanto che il Comune ha chiesto e ottenuto dal Sant’Artemio il via libera all’uso delle gabbie-trappola che saranno gestite da cacciatori autorizzati, coordinati dalla polizia provinciale ittico-venatoria. Ma il problema riguarda tutta la Marca. «I colombi sono in soprannumero e causano un sacco di danni in tutta la provincia – spiega l’assessore provinciale alla Caccia, Mirco Lorenzon – devastano le coltivazioni di mais delle aziende agricole, mangiano il grano dei consorzi agrari, rovinano le città e i monumenti e, non da ultimo, portano problemi igienico-sanitari. Basti pensare al rischio salmonellosi».
A quanto pare una autentica piaga. Va da se che gli uccelli catturati con le nuove gabbie saranno destinati alla soppressione. Resta da vedere però come la prenderanno gli animalisti, che solo pochi giorni fa hanno veemente protestato, con tanto di bombardamento di mail, per salvare la vita alla nutria catturata in centro a Treviso e per fermare lo sterminio di tutte le altre. E chissà che, come già fatto appunto con i castorini, Muraro non lanci presto una campagna di adozione anche per i pennuti.
Gazzettino – 10 maggio 2013