Premi assicurativi schizzati alle stelle negli ultimi tempi e difficoltà a stipulare le polizze, la Regione sceglie una terza via in materia di assicurazione sanitaria: far da sé per risparmiare. Dopo la sperimentazione a Padova anche Treviso ha deciso di percorrere la strada dell’autoassicurazione, ora la querelle sanità-utente verrà gestita direttamente dall’Usl 9 con un risparmio stimato di 1 milione 300 mila euro. Come?
Con un fondo dedicato di 5 milioni 500 mila euro, gruzzolo del bilancio che sarà appositamente accantono per far fronte alle richieste di risarcimento danni per responsabilità civile verso terzi. Il paziente che dovesse denunciare di non essere stato curato adeguatamente dalla struttura, una volta dimostrato di aver ragione, sarà risarcito dall’azienda sanitaria senza l’intermediario della compagnia. Una scelta compiuta nell’ottica del risparmio, spiega Giorgio Roberti, il direttore generale: «Negli ultimi dieci anni il nostro premio per la responsabilità civile di danni verso terzi è passato da 1 milione 500 mila euro, a 3 milioni, a 5 milioni e adesso eravamo a 6 milioni 800 mila euro». Un canone sempre più esoso e a condizioni sempre meno convenienti per l’azienda sanitaria che, dallo scorso 16 gennaio, è entrata in regime di autoassicurazione. «La scadenza naturale del contratto con Lloyd’s era giugno 2015, ma il sopraggiungere della disdetta ha accelerato i tempi. Già a gennaio abbiamo quindi costruito un capitolato con il nuovo modello regionale e abbiamo avviato la procedura di gara che è andata deserta così come la trattativa privata», ha spiegato Roberti. Nessuna compagnia si è offerta per assicurare i cosiddetti “danni catastrofali” ovvero sopra il mezzo milione di euro e quindi l’Usl 9 ha deciso di coprire anche quelli, in proprio. «Abbiamo scelto di fare tutto in autoassiccurazione tenendo presente che il 96 per cento dei sinistri è sotto i 500 mila euro e che le richieste sopra questa cifra sono di uno o due eventi all’anno», continua Roberti. Intanto, l’ospedale sta lavorando per formulare l’iter interno che dovrà seguire il procedimento ed entro l’anno sarà avviata una procedura per individuare il liquidatore, al momento provvisorio. Ma il nuovo modello di gestione dei sinistri sarà anche l’occasione per analizzare le criticità “in corsia” e migliorare, conclude Roberti: «Svilupperemo ancor di più il nostro piano di gestione dei rischi così da ridurre la possibilità che accadano degli eventi portatori di richieste di risarcimento». Su scala veneta l’area più gettonata per le “presunte errate cure” è l’Ostetricia
La Tribuna di Treviso – 18 febbraio 2014