In seguito all’indagine condotta dalla Guardia di Finanza in relazione alla truffa messa in atto da Loredana Bolzan, il direttore generale Claudio Dario decise di licenziare i responsabili del settore economico finanziario dell’azienda sanitaria per le presunte condotte omissive mantenute.
Il provvedimento riguardò Mario Po’, Roberto De Nes e Luca Del Ninno ma fu poi annullato dal Comitato Garanri della Regione Veneto. Nel frattempo Del Ninno è diventato dirigente amministrativo a Padova, De Nes a Belluno, Mario Po’ è direttore di dipartimento all’Asl 12 di Venezia. Non c’è «nessun dubbio che il sistema dei controlli» sia «per la negligenza dei responsabili preposti che per la mancanza di obbligatorie procedure di verifica, che per le deficienze dell’assetto organizzativo», aveva scitto il giudice MAssimo De Luca. di Giorgio Barbieri La Corte dei Conti è pronta a presentare il conto a Loredana Bolzan e agli altri 15 dipendenti dell’Usl 9, segnalati dai carabinieri del Nas. Lo assicura il Procuratore generale, Carmine Scarano, secondo il quale «a breve saranno presentate le richieste di risarcimento», nei confronti di tutti coloro che hanno omesso «per colpa grave» di eseguire le prescritte verifiche contabili sull’operato della Bolzan. A fine mese dunque dovrebbe essere chiusa la pratica con la notifica delle cifre agli interessati. Era stata la stessa Procura della Corte dei Conti a chiedere degli approfondimenti d’indagine ai Nas sul buco da oltre quattro milioni di euro alle casse dell’azienda sanitaria trevigiana. Per questo i carabinieri, con la collaborazione dell’Usl 9, hanno consultato tutti i documento presenti al Ca’ Foncello e gli atti d’indagine della Procura di Treviso. Non solo. Hanno letto anche tutte le sentenze emesse dai diversi tribunali, nelle quali erano scritte nero su bianco quanto fossero carenti i controlli e quanto Loredana Bolzan avesse mano libera nel truccare i conti a proprio favore. In questo modi i militari dell’Arma hanno potuto ricostruire anno per anno la gerarchia e l’intera filiera di quelli che avrebbero dovuto essere i controlli, per evitare casi come quello che andava avanti da un decennio. La truffa infatti è iniziata a metà anni Novanta ed è proseguita fino al novembre 2007, quando i versamenti sono improvvisamente cessati. Pochi mesi dopo, esattamente il 18 febbraio 2008, Loredana Bolzan presenta le dimissioni volontarie dall’Azienda sanitaria, pur non avendo diritto immediato alla pensione. Il caso degli ammanchi sarà scoperto _ ufficialmente _ solo dieci mesi più tardi e per una circostanza fortuita. Un commercialista di Treviso si presenta all’Usl per verificare le somme corrisposte nel 2003 dal proprio cliente, il dottor Eros Travagli, che ha appena ricevuto una cartella fiscale da pagare. Al medico non risulta di aver percepito le somme contestate dall’Agenzia delle Entrate, l’Usl verifica e scopre l’anomalia. Dopo i numerosi processi penali, che sono costati condanne per circa 38 anni di carcere alla Bolzan e ai suoi complici, ora è il turno della magistratura contabile che è pronta a chiedere il conto anche a chi non si è mai accorto di nulla. Un conto che potrebbe essere molto salato dato che il danno quantificato è di circa 5 milioni di euro
La Tribuna di Treviso – 2 luglio 2013