Troise (Anaao): «Un decreto sanità con tante contraddizioni»
L’Anaao Assomed, in attesa di prendere visione del testo definitivo del decreto Balduzzi, giudica il Dl «per quello che riguarda il mondo della dipendenza, accanto ad alcune luci diverse ombre, frutto di veti incrociati, pregiudizi ideologici, miopia organizzativa».
«Innanzitutto – commenta il segretario nazionale Costantino Troise – occorre dare atto al ministro di avere voluto trovare soluzione ad alcune questioni di interesse della categoria, riuscendo però in questo intento solo in parte.
La lunga gestazione, cui ha contribuito anche il braccio di ferro con le Regioni, ha, infatti, portato a mutilare o stravolgere il testo originario.
Si sono, così, perse per strada tematiche importanti quali il riordino delle professionalità sanitarie dipendenti del ministero, da 20 anni nel limbo di una dirigenza monca, la possibilità del passaggio alla dipendenza dei medici addetti al 118, rinunciando alla coerenza organizzativa nel delicato sistema della emergenza urgenza, la semplice ipotesi di un rientro dei policlinici universitari nella programmazione regionale, preferendo che continuino a comportarsi come variabile indipendente rispetto a piani di rientro che si applicano solo al personale dipendente chiamato a sopportarne tutti i costi.
Ed è stato introdotto, con un blitz degli ultimi giorni, l’inaccettabile istituto della mobilità coatta in ambito regionale, che apre la stagione dei lavori forzati, della sanità mordi e fuggi, della precarietà di lungo corso per una intera generazione di giovani medici».
Per quanto riguarda il ruolo della dirigenza medica e sanitaria nelle aziende, accanto a «innegabili cambiamenti positivi dei criteri e delle procedure di nomina dei direttori generali e dei direttori di struttura complessa», l’Anaao registra «assurdi arretramenti sul piano dei criteri di valutazione di medici e dirigenti sanitari, che si vorrebbero balcanizzare e organizzare sul modello della pubblica amministrazione svuotando il contratto nazionale di lavoro, e della riaffermazione di un contesto diffuso di precariato organizzativo, a modifica di quanto approvato a larghissima maggioranza dal Parlamento pochi mesi or sono, che lascia in balia della politica gli incarichi di carriera».
Sull’attività libero-professionale intramoenia, anche se regolamentata con la intenzione di superare il regime delle proroghe, pesa secondo Troise «un certosino dettaglio di incombenze burocratiche ed oneri economici, nuove tasse mascherate per i cittadini, che rischiano di avviarla alla morte per carenza di domanda».
«Servirebbe alla sanità una riforma-quater -afferma il segretario Anaao – per la quale peraltro non si intravvedono politiche e politici disponibili, si avvia per medici e dirigenti sanitari dipendenti un processo di cambiamento in sordina e non senza contraddizioni. Con il rischio che rimangano l’unico bersaglio della riorganizzazione, oggetto di mobilità coatta, flessibilità discrezionale, mortificazione professionale ed economica».
L’Anaao Assomed si impegnerà, insieme con chi ha senso di responsabilità istituzionale, a evitare che la sanità diventi un campo di battaglia e a migliorare il testo durante l’iter di conversione in legge.
7 settembre 2012