La procura al lavoro su spostamenti senza autorizzazione e sui finanziamenti. Due indagati per truffa e peculato. Ma il Wwf respinge tutte le accuse ed è sereno rispetto alle ispezioni operate dal Corpo Forestale
Grosseto. La destinazione è nota a tutti: gli animali, anche esotici, sequestrati dalle forze dell’ordine sono spediti nel centro di recupero, a Semproniano. Lì, vengono presi in custodia dall’amministrazione – che ha anche un centro di cura e riabilitazione – che riesce ad andare avanti grazie alle sovvenzioni che arrivano in grossa parte dal ministero dell’Ambiente, tramite il Wwf, ma anche dall’amministrazione provinciale. Il corto circuito, secondo quanto ipotizzato dalla Procura di Grosseto, di una attività virtuosa “esplode” sulla tutela di questi animali. E, secondo l’accusa, anche sui presunti traffici illeciti di cui gli animali sarebbero stati vittime. È iniziata da una segnalazione anonima arrivata nel giugno del 2012 alla magistratura grossetana, quella che poi nei mesi è diventata una corposa inchiesta compiuta dalla Forestale di Grosseto e coordinata dal sostituto procuratore Salvatore Ferraro e che in questi giorni è arrivata ad un punto di svolta e che ha allargato gli accertamenti fino a Roma.
Due i filoni d’inchiesta che stanno portando alla luce, se le accuse venissero confermate, un giro di affari che avrebbe portato anche alla vendita di animali agli zoo privati. Bestiole sotto tutela giudiziaria, spostate senza l’autorizzazione del magistrato competente. Ma non solo. Il “giro” si è pian piano allargato quando, soprattutto nella branca degli animali esotici, dove pare che qualcuno abbia deciso anche di far riprodurre, per poi vendere, le specie rare – dalle scimmie, ai pappagalli e perfino le tigri – presenti da anni nei recinti di Semproniano. Oltre mille gli animali, esotici e non, al centro dell’inchiesta che si incentra sui reati di peculato e truffa ai danni di coloro che gestivano non solo gli animali, ma anche le risorse – 300mila euro all’anno il costo della convenzione stipulata dal ministero dell’Ambiente con il Wwf più 90mila euro dalle casse delle province di Grosseto e Siena – che arrivavano al centro del piccolo paese che si trova sulle pendici dell’Amiata. Il blitz, che è proseguito anche ieri (e pure oggi è prevista la visita degli inquirenti), ha visto all’opera la Forestale, contemporaneamente a Semproniano e nella direzione nazionale del Wwf di Roma che si trova in via Po: i militari hanno sequestrato documenti, computer, centinaia di atti sulla gestione degli animali. Due, almeno per il momento, le persone che sono finite sul registro degli indagati.
Il magistrato sta anche acquisendo i registri degli animali morti in questi anni a Semproniano. Soprattutto per capire se esiste ed è stata archiviata una documentazione che comprovi l’avvenuto decesso dell’animale o se fosse stato tenuto “celato” per continuare a incassare le sovvenzioni dal Ministero. O se, secondo il castello accusatorio del pm Ferraro, fosse stato venduto illecitamente senza aver avuto l’autorizzazione perché confiscato. È proprio su quello che ruota tutta l’inchiesta: accertare prima di tutto se le convenzioni in essere del Ministero dell’ambiente corrispondono con il numero degli animali sotto tutela dello Stato e poi accertare se gli zoo di Pistoia, Falconara e Padova (le tre strutture che hanno acquistato animali da Semproniano, almeno quelle accertate a questo punto dell’inchiesta) fanno parte di questo “giro”. Sicuramente poco chiaro.
Il WWF “respinge tutte le accuse” ed è a disposizione della Magistratura, “confidando nel suo operato“
E’ “infamante” l’accusa di vendita e traffico illecito di animali, riportata dall’articolo de La Nazione e ripreso da alcuni media. Il WWF “respinge tutte le accuse ed è sereno rispetto alle ispezioni operate dal Corpo Forestale dello Stato presso il Centro di Semproniano e la sede nazionale di Roma, che si sono svolte in questi giorni in un clima di totale collaborazione che da sempre contraddistingue i rapporti tra il CFS ed il WWF. Il WWF e i collaboratori del Centro di Recupero, hanno sempre operato nella massima trasparenza, informando le Autorità competenti e, nello stesso spirito, si sono messi a completa disposizione della Magistratura, confidando nel suo operato”.
Al tempo stesso il WWF non sottovaluta l’episodio di denuncia, che dalla stampa risulta essere anonima, e valuterà la sussistenza degli elementi che possano integrare il reato di rivelazione di segreto istruttorio.
Tutto ha inizio da una segnalazione anonima arrivata nel giugno del 2012 alla magistratura grossetana, che poi nei mesi è diventata un’ inchiesta compiuta dalla Forestale di Grosseto e coordinata dal sostituto procuratore Salvatore Ferraro che ha allargato gli accertamenti fino alla direzione nazionale del Wwf di Roma. I filoni d’inchiesta si legano ad un presunto giro di affari che avrebbe portato anche alla vendita di animali sotto tutela giudiziaria agli zoo privati. L’indagine riguarda anche le sovvenzioni finanziarie e la convenzione stipulata dal ministero dell’Ambiente con il Wwf. Ipotizzati reati di peculato e truffa. Due, almeno per il momento, le persone che sono finite sul registro degli indagati.
L’inchiesta dovrà accertare se le convenzioni in essere del Ministero dell’ambiente corrispondono con il numero degli animali sotto tutela dello Stato e poi accertare se gli zoo che hanno acquistato animali da Semproniano risultino coinvolte.
La Nazione – 22 marzo 2013