di Silvia Mastrantonio, dal Qn. La mano sinistra sembra non sapere mai che cosa fa la destra. O almeno questa è la sensazione che da il governo Renzi. Anche sulla questione dei nuovi orari per i medici, stabiliti con norne Ue non più eludibili, l’atteggiamento è contraddittorio. Così, mentre il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, parlando alla Camera, insiste sulla necessità di trovare risorse per dare «copertura ai previsti aumenti di personale» al fine di «scongiurare le criticità» con tanto di «procedura concorsuale straordinaria per l’assunzione», un manipolo di deputati Pd presenta un emendamento alla legge di Stabilità per derogare di un altro anno – ne sono passati solo 22 dal pronunciamento europeo – l’entrata in vigore dei limiti. Lorenzin mostra ai deputati l’impegno del dicastero, in collaborazione con quelli che reggono i cordoni della borsa, e non accenna ad altro, sul tema, che non siano i fondi necessari alle assunzioni.
Ma pure componenti della stessa maggioranza vanno per vie traverse, del tutto indifferenti alle multe che l’Europa ci potrebbe comminare. Diciamo tra gli 80 e i 90 milioni per un anno. Soldi che, ovviamente, vengono dalle tasche di ogni singolo cittadino. La controparte, intanto, aspetta. I sindacati dei medici, mai così compatti, stanno a guardare in attesa dello sciopero già proclamato per il 16 dicembre e senza illusioni su possibili convocazioni in extremis da parte dell’esecutivo. «La situazione spiega Carlo Palermo, vicesegretario nazionale dell’Anaao – in alcune regioni è addirittura drammatica».
Le conseguenze peggiori riguardano i servizi ambulatoriali ma anche, e soprattutto, quelli d’urgenza: pronto soccorso e 118. Luoghi dove non è mai esistita una tempistica di turni da rispettare. Allo stesso modo si registrano sofferenze anche molto gravi nei reparti più delicati: le terapie intensive, le neonatologie. Secondo Palermo, parlare di una deroga è proponibile solo se compresa in un ventaglio di ipotesi di trattativa che vanno dalla definizione dell’area contrattuale a un serio piano di assunzioni, anche triennale: «Non siamo inflessibili e rigidi. Si può discutere ma nell’ambito di un discorso più ampio e articolato. E certo non nell’alveo della legge di Stabilità».
Legge che, peraltro, ha fatto infuriare i medici non solo per l’emendamento-deroga che la ‘manina’ del Pd ha ficcato dentro a luci spente, ma anche per un comma che blocca le retribuzioni accessorie per la dirigenza sanitaria (straordinari, ad esempio). Un’altra botta in testa arrivata m modo proditorio, sostengono i camici bianchi pronti a marciare su Palazzo Chigi.
Agitazioni e sciopero, ma soprattutto i medici sanno di avere in mano un’arma letale, quella giudiziaria. «Oltre 50mila professionisti ospedalieri (che in totale sono 80.000, ndr) potrebbero rivolgersi ai magistrati per chiedere il risarcimento per il mancato rispetto della direttiva europea sui turni di lavoro». E se trovassero ristoro economico, come può apparire scontato viste le norme Ue, non sarebbe una questione da nulla.
Confermato lo sciopero del 16. Il settore si ferma per 24 ore
Le rappresentanze sindacali dei medici hanno confermato lo sciopero generale di 24 ore del servizio pubblico (medici ospedalieri e di famiglia) il 16 dicembre. L’appello dei sindacati: “Non siamo inflessibili. Possiamo anche discutere purché si parli di contratti e nuove assunzioni”
Quotidiano nazionale – 7 dicembre 2015