Era partito per il dopo ferragosto per seguire progetti di sicurezza alimentare e sviluppo di aree rurali. Una persona curiosa di scoprire questo grande mondo, fortunata per avere un lavoro che lo fa viaggiare e che gli permette di incontrare persone fantastiche. Cesare Tavella il cooperatore italiano ucciso di Bangladesh si descriveva così sul sito Couchsurfing di scambio ospitalità. «Il mio tempo qui è troppo breve per non provare e godere quanto possibile in modo sano e positivo», aggiungeva spiegando la sua filosofia di vita. «Vorrei sapere io stesso, la mia missione nella vita. Non è così facile», diceva ancora Tavella, veterinario 51enne, nato a Milano ma poi trasferito in Romagna, nel Ravennate, che insegnava come coltivare e allevare animali nei paesi in via di sviluppo. L’uccisione è stata rivendicata dall’Isis (si indaga sull’attendibilità della rivendicazione) e il veterinario sarebbe stato colpito perché «occidentale» e «crociato».
L’agguato è avvenuto nel cuore diplomatico di Dacca. Tavella, secondo la polizia, era in tenuta da jogging quando è stato raggiunto per strada dal commando armato verso le 19. Testimoni hanno raccontato ai media locali di aver sentito almeno tre spari, che hanno ferito l’uomo all’addome, alla mano destra e al gomito sinistro. Gli uomini armati hanno quindi lasciato l’italiano «in una pozza di sangue» e sono riusciti a scappare. Alcuni passanti hanno caricato il corpo per portarlo agli United Hospitals, dove Tavella, secondo una fonte ospedaliera, è arrivato già morto «con numerose ferite».
Tra le passioni di Tavella oltre al viaggio «leggere, nuotare, trekking, yoga, buon vino e cibo, musica, notti fuori, parlare e scoprire idee persone». Descriveva se stesso anche come uno «di mentalità aperta per lo più sorridente» con momenti in cui si ritrae nel suo «bozzolo». Nel descrivere «una cosa incredibile che ho fatto» il cooperante nel sito aveva scritto: «Avere un bambino».
Il suo mestiere di cooperante lo aveva portato in molti paesi che lui stesso aveva elencato sul sito: «Ho vissuto in Albania, Armenia, Bangladesh, Cambogia, Camerun, Francia, Indonesia, Italia, Kenya, Mongolia, Corea del Nord, Romania, Federazione Russa, Somalia, Sri Lanka, Sudan, Yemen».
Nel 2000 Tavella era andato a vivere con la famiglia – moglie e figlia – a Casola Valsenio, sull’Appennino ravennate al confine con la Toscana dopo aver acquistato un podere. E a Casola Valsenio il veterinario risultava ancora residente anche se, a quanto pare, il podere lo aveva affittato, dopo averci vissuto per qualche anno. Ma poi aveva ripreso a girare il mondo per insegnare nei paesi in via di sviluppo come allevare gli animali. Per il Bangladesh era partito dopo Ferragosto. Dal ‘93 lavorava nella cooperazione internazionale seguendo progetti di sicurezza alimentare e sviluppo di aree rurali per diverse organizzazioni, soprattutto in Asia. Ora era project manager di un team che contava altre cinque persone oltre a lui.
Chi lo conosceva ne ricorda l’impegno sociale al fianco delle popolazioni rurali. Aveva provato a fare una vita tranquilla, ma gli sembrava di sprecare gli anni di lavoro e le competenze acquisite rimanendo in Italia. Cesare non sviluppava progetti nei paesi in guerra, ricorda ancora un amico, e non lavorava in emergenza, ma solo progetti di cooperazione nel settore specifico dell’allevamento animale e sicurezza alimentare, e solo con attori locali. A Dacca Tavella lavorava come project manager per una Ong olandese, la Icco Cooperation, che ha uffici in Bangladesh. In particolare si occupava del progetto Proofs (Profitable Opportunities for Food Security), nel settore dell’agricoltura locale e dell’alimentazione.
Nel Paese c’è una considerevole presenza islamista e le modalità dell’uccisione sembrano indicare che l’obiettivo fosse proprio Tavella. Difficile, tuttavia, in queste prime ore riuscire a capire se l’italiano fosse nel mirino in quanto cooperante di una ong occidentale o per altri motivi. La polizia ha comunque subito escluso l’ipotesi della rapina finita male, visto che la vittima aveva ancora con sé tutti i suoi effetti personali.
La responsabile in Bangladesh della organizzazione olandese di cui Tavella faceva parte Icco Cooperation, Heleen Saaf van der Beek, ha presentato oggi alla polizia di Dacca una denuncia formale. La stessa Icco ha diffuso un comunicato in cui si definisce «profondamente rattristata» dalla «scioccante notizia della morte del nostro caro collega Cesare Tavella». L’organizzazione ricorda quindi che «Cesare era un professionista che lavorava duro, ed era impegnato ad aiutare la gente del Bangladesh». «Per rispetto per il dolore dei suoi famigliari – conclude Icco – non faremo nessun altro commento lasciando le autorità proseguire le loro indagini».
La notizia della tragica morte di Cesare Tavella ha suscitato vasto cordoglio nella categoria. Tanti i colleghi che lo conoscevano e avevano avuto modo di apprezzarne le doti professionali e umane. Molti i messaggi di dolore e partecipazione in queste ore anche sui social network.
Informazioni tratte da La Stampa e Il sole 24 Ore – 29 settembre 2015