La Commissione europea ha tenuto la porta aperta stamani a una prossima uscita dell’Italia dalla procedura di deficit eccessivo (la decisione è prevista alla fine di maggio).
Pubblicando nuove previsioni economiche, l’esecutivo comunitario ha spiegato di prevedere un disavanzo del 2,9% del prodotto interno lordo nel 2013, dopo un 3,0% registrato nel 2012. Il dato riflette la convinzione (o la speranza) che il governo Letta finanzierà in modo adeguato la sospensione e la riforma dell’imposta municipale unica (Imu). «Nel 2013, sulla base dell’assunzione che non vi siano cambi di politica, il deficit dovrebbe calare leggermente al 2,9% del Pil», spiega la Commissione nel documento pubblicato stamane. Il dato, in linea con quello del governo Monti e fatto proprio dal governo Letta, è al lordo della decisione di rimborsare parte dei debiti che la pubblica amministrazione ha accumulato nei confronti delle imprese. Secondo l’esecutivo comunitario questa scelta provocherà un aumento della spesa per investimenti dello 0,5% del PIL solo quest’anno. La riduzione del rapporto deficit/PIL sotto il 3% «facilita l’uscita dalla procedura di deficit eccessivo» aperta contro l’Italia alla fine del 2009, ha detto in una conferenza stampa il commissario agli Affari monetari Olli Rehn. L’uomo politico finlandese ha spiegato che oltre alla riduzione del disavanzo è importante per il paese ridare competitività all’economia nazionale, in modo da contribuire al riassorbimento della disoccupazione (stimata al 12,2% nel 2014) e da aiutare la progressiva diminuzione del debito (previsto al 132,2% del PIL l’anno prossimo). Sempre secondo la Commissione, il disavanzo dovrebbe scendere al 2,5% del PIL nel 2014. In febbraio, in occasione delle precedenti previsioni, l’esecutivo comunitario aveva previsto un deficit del 2,9% nel 2013 e del 2,1% nel 2014. L’aumento previsto del disavanzo l’anno prossimo è dovuto a un peggioramento dell’economia italiana. L’esecutivo comunitario si aspetta una contrazione dell’1,3% nel 2013 e una crescita dello 0,7% nel 2014 (nelle previsioni di febbraio i due dati erano rispettivamente -1,0% e +0,8%). «Non vi sono segnali di ripresa nel breve termine», spiegano gli economisti della Commissione. «Il pagamento dei debiti arretrati della pubblica amministrazione (20 miliardi nel 2013 e altri 20 miliardi di euro nel 2014, ndr) dovrebbero sostenere una leggera ripresa a cominciare dal terzo trimestre di quest’anno». Ammesso che non vi sia un ritorno delle tensioni sui mercati finanziari, gli economisti dell’esecutivo comunitario si aspettano «una stabilizzazione dei consumi privati e degli investimenti nella seconda parte di quest’anno». Il messaggio che si nasconde dietro a queste cifre è positivo per il governo Letta. Nonostante la scelta del nuovo esecutivo di sospendere e riformare l’Imu, con tutte le conseguenze di bilancio che questa decisione porta con sé, la Commissione ha deciso di dare fiducia al nuovo governo, confermando le previsioni di febbraio e lasciando la porta aperta a una uscita dell’Italia dalla procedura di deficit eccessivo. Bruxelles oggi ha fatto capire di essere ben disposta nei confronti dell’Italia. Sta a Roma convincere la Commissione entro fine maggio con un aggiornamento del bilancio che sia convincente
Il Sole 24 Ore – 5 maggio 2013