L’Ue sta seguendo con estrema attenzione il problema della moria delle api dovuta a diversi fattori. Tra questi, al momento l’attenzione è puntata sull’uso di alcuni fitofarmaci.
L’Efsa (l’Agenzia per la sicurezza alimentare) ha, pertanto, prorogato la consultazione pubblica sullo schema di linee guida relative al documento per la valutazione del rischio dei fitofarmaci per le api (Draft Guidance on the Risk Assessment of Plant Protection Products on Bees) nel quadro delle disposizioni introdotte dal reg. Ce 1107/2009 che stabilisce i criteri di selezione delle sostanze attive ai fini della loro immissione in commercio. A maggio la Commissione europea ha stanziato 3,3 milioni di euro a sostegno di 17 Stati membri che stanno effettuando studi di sorveglianza volti a raccogliere ulteriori informazioni sulle perdite di colonie di api da miele. Tale impegno fa seguito a una relazione commissionata dall’Efsa (Bee Surveillance and Bee Mortality in Europe (Mortalità e monitoraggio delle api in Europa) dalla quale è emerso che i sistemi di monitoraggio nell’UE sono inadeguati e vi è sia una carenza di dati a livello di Stati membri sia una mancanza di dati confrontabili a livello di Unione europea. L’Agenzia ha avuto dalla Commissione Ue l’incarico di esaminare le valutazioni del rischio in modo più ampio e più integrato. L’Autorità ha creato a maggio una task force interna, tratta dalle unità pertinenti, per elaborare una revisione sullo stato dell’arte del lavoro effettuato all’Efsa, nonché al di fuori dell’Efsa, nel settore dell’apicoltura. La task force, coordinata dall’unità Rischi emergenti, individuerà eventuali lacune teoriche e le esigenze di ricerca, ed elaborerà una relazione offrendo una panoramica delle attività in corso presso l’Efsa e formulando raccomandazioni su come proseguire il lavoro. L’attenzione è ora focalizzata sull’uso dei fitofarmaci per cui l’Agenzia ha elaborato, con l’ausilio di esperti scientifici, uno schema di linee guida che costituiscono un importante documento sulla valutazione del rischio che tali prodotti possono rappresentare per le api da miele, i bombi e le api solitarie. Le linee guida propongono due livelli di studi: una prima sequenza di ricerche per la valutazione del rischio secondo uno schema semplice e a bassi costi ed un secondo livello di studi più complessi ed approfonditi in condizioni di pieno campo e in ambienti semiconfinati. Ogni livello di ricerca deve garantire che pur impiegando il fitofarmaco sia presente un livello adeguato di protezione per le api. L’unità Fitofarmaci dell’Efsa ha anche pubblicato una dichiarazione scritta su due articoli pubblicati di recente sulla rivista Science, che indicavano l’esistenza di legami fra i neonicotinoidi e la mortalità nelle colonie di api. Il primo articolo metteva in evidenza una ricerca secondo la quale le api da miele esposte a dosi sub-letali di tiamethoxam soffrono di un offuscamento delle capacità di orientamento e concludeva che le concentrazioni di tiamethoxam riscontrate comunemente possono contribuire al collasso delle colonie. Il secondo articolo concludeva che l’imidacloprid, un altro insetticida neonicotinoide, può compromettere la salute riproduttiva dei calabroni. La Commissione europea ha chiesto all’Efsa di esaminare se le dosi impiegate negli studi sono confrontabili con le dosi reali alle quali sono esposte le api. L’Efsa proseguirà il suo lavoro in questo settore effettuando un esame approfondito degli effetti di tiamethoxam, imidacloprid e di altri tre neonicotinoidi: clothianidina, acetamiprid e thiacloprid. L’analisi, la cui pubblicazione è in programma a dicembre, presterà attenzione agli effetti acuti e cronici su sopravvivenza e sviluppo delle colonie di api.
28 novembre 2012 – sicurezzaalimentare.it