«Dal primo gennaio i cittadini veneziani dovranno pagarsi le analisi nei laboratori privati prima convenzionati con l’Asl . Lo prevede la legge, con la decadenza delle convenzioni al 31 dicembre. Se poi la Regione deciderà diversamente, ne prenderò atto, ma Venezia ha un laboratorio privato ogni 12 mila cittadini, contro i 18 mila di Padova e i 21 mila di Verona, una situazione non più sostenibile».
Il direttore dell’Asl 12 Antonio Padoan ha illustrato così ieri in Commissione il fax inviato pochi giorni fa ai sette laboratori di analisi cittadini (Fleming, Munari, Arc, Emme, Lamm, Tomasini- Ongaro del Lido e Sherman) con cui disdice la convenzione per cui da gennaio analisi e esami si potranno fare solo in ospedale o nei distretti, le strutture pubbliche insomma. L’unica proposta è che essi possano trasformarsi solo in punti-prelievo. A rispondergli ieri in Commissione, in rappresentanza dei laboratori privati convenzionati, è stata la presidente della Federlab Donatella Pregel. «Mentre noi l’11 ottobre eravamo convocati in Regione per discutere del dirigente della programmazione sanitaria di revisione dei tariffari e del budget 2013 – ha ricordato – il dottor Padoan ci comunicava per fax, all’insaputa dello stesso dirigente, la comunicazione di interruzione del rapporto, che scade sì a fine anno, ma lascia spazio a una nuova convenzione da stipulare. L’Asl 12 è l’unica del Veneto che non abbia inviato lo schema di nuovo contratto, fermo restando che le decisioni governative sui tariffari, imporranno una riduzione del 37 per cento dei costi, rispetto al 20 che pratichiamo attualmente. I cittadini che si servono delle nostre strutture, circa 15 mila. sono fortemente preoccupati, anche perché il 62 per cento di essi rientra tra quelli che hanno diritto all’esenzione e saranno i più penalizzati dovendo servirsi di strutture pubbliche già intasate. Non possiamo certo pensare di sopravvivere trasformandoci solo in punto prelievi». La richiesta pressoché unanime arrivata ieri dai consiglieri comunali è che l’Asl 12 e i laboratori priovati si siedano a un tavolo comune per studiare una nuova convenzione. «Le strutture convenzionate non sono orpelli inutili – ha sottolineato Simone Venturini dell’Udc – ma servono innanzitutto i cittadini. Le strutture pubbliche sono in grado di reggere 15 mila muovi cittadini che si riverserebbero su di esse per esami e analisi, assicurandoli in modo sufficientemente celere? E siamo sicuri che rinunciando ai laboratori privati convenzionati i costi della sanità, anziché diminuire, aumentino ancora?». Il nodo sono i 3,7 milioni di euro che ogni anno l’Asl paga ai privati e sui quali la Regione ha chiesto riduzioni. Riduzioni, ma non interruzione dei servizi erogati. Ed è su qiesto punto che ora si dovrà trovare un nuovo accordo tra Asl e laboratori entro la fine di dicembre, con Padoan che, infine, si è detto disponibile.
La Nuova Venezia – 31 ottobre 2012