Nel 2012 sciolse la riserva sabato 29 dicembre, firmando i decreti di nomina di 21 direttori generali della sanità veneta: nella foto ricordo 10 furono i debuttanti; 7 i confermati ma trasferiti ad altra sede; 4 tornarono ad accomodarsi sulla poltrona da cui si erano alzati non senza preoccupazione. Stavolta Luca Zaia ha tre foglietti del calendario a disposizione per decidere come riscrivere i vertici delle Ulss venete. Ma tutto lascia supporre che il governatore del Veneto, che il 31 maggio è tornato a Palazzo Balbi spinto dal voto di 1 milione 108 mila veneti, firmerà una vera ” rivoluzione “. «I nuovi direttori generali della sanità veneta – ha puntualizzato ieri a Treviso – verranno nominati con mio decreto entro fine anno». Occhio alle parole: non serve un provvedimento della giunta regionale, la scelta spetta in via esclusiva al presidente. Ma non sarà un bis in idem: «Intendo muovermi sul piano riformatore – ha aggiunto – tenendo conto della necessità di fare spending review, nel solco della riforma territoriale attualmente in discussione in Consiglio regionale».
Ma cosa succederà? Se il governatore mantiene gelosamente il segreto, si cimenta nelle previsioni Claudio Sinigaglia, consigliere regionale del Partito democratico e componente della commissione Sanità. «Temo che Zaia nominerà sette direttori generali, uno per provincia – scommette Sinigaglia – per ventuno Unità locali socio-sanitarie. Per fare un esempio, il nominato all’Ulss 16 di Padova, per un triennio, o forse anche per un quinquennio, dovrà guidare, come reggente, anche l’Ulss 15 dell’Alta Padovana e l’Ulss 17 della Bassa Padovana».
L’obiettivo, per Zaia, è anticipare una delle riforme volute dal ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia: ovvero il varo, al ministero della Salute, dell’Albo nazionale dei manager, dal quale i presidenti di Regione dovranno, in futuro, attingere per nominare i direttori delle Aziende Uiss. Se Zaia, confortato da vari pareri legali, deciderà di ridurre a un terzo il numero dei direttori generali (ovviamente le due Aziende ospedaliere e lo Iov avranno un loro responsabile), cosa accadrà alla sanità veneta? «Sarà un bei pasticcio – è la risposta di Sinigaglia – se non si razionalizza la spesa, il taglio di 14 direttori generali potrebbe rivelarsi un boomerang».
Drastico il giudizio di Jacopo Berti, vicepresidente della commissione Sanità del Consiglio regionale e capogruppo del Movimento Cinque Stelle: «La legge attualmente in vigore dice che i direttori generali delle Ulss devono essere 21. Mi sembra che Zaia rischi di andarsi a cacciare in un bei guaio. Sia chiaro: noi siamo favorevoli a una riduzione del numero delle Ulss, ma il taglio dev’essere contemplato in una normativa chiara, che al momento non esiste».
Il governatore, tuttavia, appare determinassimo: ieri sera ha postato il passaggio di un’intervista ad Antenna Tre in cui ribadisce la sua volontà «di ridurre le Uiss e di creare l’Azienda Zero. Che servirà a tagliare l’attività burocratico-amministrativa. Che senso ha avere nelle Ulss 300 dipendenti che si occupano d’informatica? Ventuno uffici legali, acquisti, assicurazioni?». Il Mattino di Padova – 29 dicembre 2015
Ore importanti per le nomine dei direttori generali Usl. Zaia annuncia: ristrutturazione sulla base del Pssr
Il primo «sì» all’ospedale del futuro di Treviso era giunto già nel 2010, con il via libera della Regione allo studio di fattibilità. «Arrivare alla fine dell’istruttoria è stata un’avventura — rivela il governatore Luca Zaia — la burocrazia è il primo nemico di chi vuole fare bene. Volevo realizzare l’opera nel 2010, durante i primi cinque anni del mio mandato, e invece lo farò nei secondi, e ultimi, cinque». Quest’ultimo inciso è significativo, perché la nuova legge consentirebbe al governatore di candidarsi per un terzo mandato. Dicendo invece che questi sono i suoi ultimi anni alla guida della Regione, Zaia lancia un segnale agli elettori sull’importanza dell’alternanza dopo due legislature.
Tornando alla sanità, sono ore importanti anche sul fronte delle nomine dei direttori generali: domani c’è giunta. «Il 31 dicembre scadono i dg, lavoriamo per capire quale sia la migliore formulazione per la squadra che nominerò (l’ipotesi è la scelta di 10 manager che siano anche reggenti delle rimanenti 11 Usl, ndr) — illustra Zaia —. Nel rispetto della legge guardiamo al pdl 23 che prevede la provincializzazione delle Usl e la nascita dell’Azienda Zero, nel nome di una sanità chiamata a indicare la via, a iniziare una ristrutturazione vigorosa sulla base del Piano sociosanitario. L’Azienda Zero è stata anticipata dal governo, con l’introduzione di un unico centro regionale di acquisti: per noi è la sublimazione dell’economia di scala, la nostra spending review. Non ha senso mantenere 21 uffici tecnici, 21 uffici legali, altrettante postazioni informatiche con 300 dipendenti. Di tutto ciò si occuperà l’Azienda Zero, lasciando ai dg il ruolo per il quale vengono nominati, cioè assicurare le cure ai cittadini, l’appropriatezza, il controllo delle liste d’attesa, il rapporto con i medici di famiglia».
E a proposito di medici di base, procede anche il progetto degli ambulatori h24. «Vogliamo attivarne 300, per garantire le cure fino alle 20 (poi scatta la Guardia medica fino alle 8 del mattino, ndr), e 100 già funzionano. Abbiamo appena siglato un accordo con i medici di famiglia che li autorizza a prenotare per il paziente le prestazioni specialistiche». Novità sul fronte delle liste d’attesa: «Nelle prossime settimane approveremo un provvedimento che darà una risposta immediata alle esigenze dei cittadini e abbatterà ulteriormente i tempi. L’obiettivo è svuotare le sale dei Pronto soccorso». Infine la stoccata a Palazzo Chigi: «Siamo preoccupati per la decurtazione continua del Fondo sanitario nazionale: nel 2016 perde un miliardo di euro e non lo guadagna come dice il governo, perché ha assegnato ulteriori competenze alle Regioni. Il Veneto, che ha fatto grandi investimenti e ha chiesto un sacrificio ai cittadini, non può essere trattato come le realtà non virtuose. I costi standard sono irrinunciabili, la loro mancata applicazione ci costa 30 miliardi all’anno di sprechi». Il Corriere del Veneto – 29 dicembre 2015
29 dicembre 2015