Un procedimento penale nel quale l’azienda sanitaria è stata citata come responsabile civile. A sua volta collegato a un secondo procedimento, civile, con una richiesta di risarcimento da circa 30 milioni di euro. E una compagnia assicuratrice che ha comunicato all’Ulss 18 la «non operatività della garanzia acquistata con la stipulazione della polizza di responsabilità civile». Non proprio una situazione ottimale.
E che è stata valutata dal direttore generale nei giorni scorsi, al momento di costituirsi nel giudizio penale.
«L’azienda – si legge nelle carte – si trova nell’impellente necessità di organizzare autonomamente la propria difesa, poiché la successione degli eventi, accompagnata dall’avvicendarsi nel tempo di diverse compagnie assicuratrici, ha dato modo alla compagnia di eccepire la non operatività della garanzia acquistata con la stipulazione della polizza». Il che, in parole povere, significa che l’attuale compagnia, inglese, ha comunicato di non garantire la copertura. Uno sviluppo abbastanza inatteso, dal momento che, a quanto si apprende, in un primo tempo il medesimo gruppo aveva avuto contatti con il legale dei genitori della bimba venuta alla luce affetta da tetraplegia spastica. Si era arrivati anche a una perizia medica, per capire se, in effetti, i problemi dei quali soffre la piccola potessero essere collegati ad eventuali errori medici. Da quel momento in avanti, tuttavia, pare che i contatti con i responsabili dell’assicurazione siano cessati.
Il Gazzettino Rovigo – 3 luglio 2013