Un mega-allevamento di mucche al posto degli impianti di trasmissione della Radio vaticana. È questo l’imprevisto piano di “trasformazione” dello storico Centro trasmittente di S. Maria di Galeria, alle porte di Roma, da dove l’emittente diffonde le celebrazioni del Papa e trasmette quotidianamente (radio-giornali, dibattiti, musica classica e pop) in 40 lingue.
Ma il radicale cambio di destinazione d’uso dell’area preoccupa i dipendenti della Radio. È da tempo che Oltretevere si stanno confrontando —all’insaputa di Francesco, ma non della Segreteria di Stato — due “partiti” a proposito dell’area di S. Maria di Galeria: quello “delle mucche”, appunto, e quello “della lottizzazione selvaggia”. Ma il piano dell’allevamento sembra aver avuto la meglio essendo stato già valutato positivamente da Governatorato e Apsa (l’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica), con indagini e sopralluoghi anche alla presenza di tecnici del ministero delle Politiche agricole e della Coldiretti. L’allevamento, realizzato con sistemi biologici, prevede circa 500 capi. «È solo un’idea di partenza — conferma il vescovo Sciacca, segretario generale del Governatorato prima della nomina, di questi giorni, a segretario della Segnatura apostolica — che potrà creare nuovi posti di lavoro, nel rispetto dell’ambiente: fatto rilevante questo, dopo che negli anni passati gli impianti della Radio erano stati messi sotto accusa, ma senza prove certe, perché causa di elettrosmog ». Il progetto, specifica Sciacca, «è sostenuto dal Governatorato e dal presidente dell’Apsa, cardinal Calcagno ».
Ma si preannunciano resistenze da parte dei 40 dipendenti (tecnici, elettricisti, custodi) che ancora lavorano a S.Maria di Galeria per l’emittente — che non essendo a scopo di lucro e avendo poche entrate pubblicitarie costa 25 milioni di euro ogni anno al Vaticano – e temono i licenziamenti. Ma Oltretevere c’è anche chi sostiene che utilizzare l’area per allevare mucche sarebbe «dannoso per l’immagine» dell’emittente progettata nel 1931 da Guglielmo Marconi, su incarico di Pio XI. E anche miope perché il Centro potrebbe essere ristrutturato e messo a disposizione per imprese di produzione radiofonica interessate a diffondere i loro segnali nell’area mediterranea e mediorientale.
Repubblica – 27 agosto 2013