Un altro suicidio da crisi. “Politica tace e noi moriamo”
Troppi debiti, si spara non lontano dal convegno Pmi. La rabbia dell’associazione commercianti dopo il suicidio del grossista del centro agroalimentare di Grugliasco: “Aveva 50 mila euro di debiti: la crisi ha messo in ginocchio tutto il settore”
Cinquantamila euro di debiti. La patente ritirata. La convinzione di essersi ammalato per il continuo stato di stress. La rabbia di non farcela più, di perdere tutto dopo una vita di lavoro. Il suicidio di Luigi Melillo, 62 anni, imprenditore ortofrutticolo con l’azienda nel Caat, il Centro Agro Alimentare di Grugliasco (s’è sparato un colpo di fucile alla testa) è tutta racchiusa lì, nel pugno di carte che testimoniano come la crisi va uccidendo le persone. Una dopo l’altra. L’associazione Il presidente dell’Associazione Commercianti Maria Luisa Coppa non ha dubbi: «E’ vero, il Caat sta subendo pesanti conseguenze per le difficoltà dell’economia. Vanno sparendo i clienti tradizionali del commercio sull’ingrosso, i piccoli negozi, i piccoli market, i ristoranti. Gli affari calano del 20, 30 anche 40 per cento. Chi ha pochi costi di gestione, può sopravvivere licenziando il personale, unendo così alla frustrazione il profondo dolore di mettere in ginocchio le famiglie dei propri collaboratori, con cui hanno stabilito anche rapporti di stima e affetto. C’è chi non ce la fa a sopportare il senso di fallimento, lo vive come una colpa». Imprenditori distrutti dallo stress. «La tragedia è che il resto dello Stato procede con gli stessi criteri di prima, come se non fosse mai accaduto nulla: Equitalia procede come un bull-dozer contro gli inadempienti, le altre istituzioni idem, dalle esattorie comunali sino ai controlli fiscali, le banche si difendono, carnefici e vittime a loro volta. Stanno continuando la caccia alle streghe, ma le streghe si vanno estinguendo». Le responsabilità Politica colpevole? «Certo. A Roma non vogliono prendersi le responsabilità, uno non vuole parlare con l’altro, un terzo urla e basta, persi nel loro mondo fatto di equilibri millimetrici, incapaci di misurarsi con una realtà sempre più drammatica, che minaccia di implodere in un conflitto sociale allargato a tutte le classi, non come negli Anni 70, quando solo un pezzo della società scese in strada con tutte le conseguenze note. Oggi condividiamo, con il sindacato dei lavoratori, il peso della stessa battaglia. Da più di 50 giorni l’Italia è senza governo. Facciano pure, continuino pure con i veti e i “No”: davanti, troveranno il deserto». Un crollo raccontato non solo dai macro-dati economici ma anche da piccole storie: «Ho parlato con un commerciante che ha chiuso in perdita il suo esercizio per andare in pensione con 500 euro al mese. Gli sono arrivate un paio di cartelle di Equitalia. Se non paga, gli pignoreranno la Panda, l’unico bene che gli è rimasto. Classe dirigente «Ma questo Paese merita davvero una classe dirigente e un’opposizione che punta solo alla distruzione, a passeggiare sulle macerie, di un così basso livello? – dice ancora la presidente Ascom – Noi abbiamo voglia di tornare a investire, di credere nelle eccellenza della nostra produzione, basta guardare il salone del mobile a Milano, per comprendere che la creatività è rimasta eguale, idem la nostra capacità di una produzione industriale di qualità altissima». E ancora: «Il suicidio dell’imprenditore è il segnale della disperazione che respiro tutti i giorni durante gli incontri con le categorie. La crisi ha investito tutti i settori, lo stato d’animo dell’impresa è un senso di rabbia e frustrazione che rischia di innescare tensioni sociali. Se dovessimo fare una manifestazione oggi, si rischierebbe di provocare incidenti. Un imprenditore torna a casa, dalla sua famiglia, e deve raccontare il fallimento ai suoi familiari, sapendo che le colpe non solo le sue. E l’indomani devi tornare a combattere contro un sistema ottuso. Che ti perseguita senza darti respiro. Spero e prego che non accada più, ma ci potrebbero essere presto altri casi. Ci stanno togliendo anche la speranza».
La Stampa – 16 aprile 2013