Era dal 2011 che gli infermieri aspettavano un concorso per l’Azienda sanitaria di Verona. C’era da mettere in conto, dunque, una risposta, per così dire «entusiasta». Al Palazzetto dello Sport di piazzale Olimpia si presenteranno in 4.500. Peccato che, ufficialmente, il bando indichi un solo posto: molto meno dei 120 di cinque anni fa. Una situazione che sembra paradossale se si pensa che, fino a pochi anni fa, quello di infermiere era considerato uno dei pochi lavori «sicuri».
Gli aspiranti all’unico posto (collaboratore professionale sanitario – infermiere) si troveranno per la prova preselettiva martedì, a partire dalle 9,30. Sarà solo il primo passaggio: verranno ammessi a sostenere le prove successive (in tutto quattro) i primi seicento candidati che risulteranno dalla graduatoria. Un’ulteriore prova scritta, prima di quella pratica e dei colloqui orali, farà un’ulteriore selezione, collocando quanti la supereranno nella lista degli idonei.
Proprio da questa arriva una piccola speranza per quanti (tanti) rimarranno esclusi. Gli idonei, infatti, potranno essere «ripescati» quando si libererà un posto per il turn-over, oppure per una lunga assenza (come nel caso dei congedi per maternità). La novità è che non solo l’Usl 20, quella del capoluogo potrà attingere dalla graduatoria, ma anche le altre due aziende provinciali, la 21 di Legnago e la 22 di Bussolengo.
Un primo esperimento del genere è avvenuto proprio a Legnago con una graduatoria ormai esaurita.
«Per quanto riguarda quelle assunzioni – spiega Pietro Girardi, dg della 20 e commissario delle altre due Usl – abbiamo già il via libera della Regione, non dobbiamo nemmeno chiedere il permesso di volta in volta. Abbiamo chiesto a Venezia, però, di procedere anche ad altre assunzioni per meglio organizzare i carichi di lavoro».
Un tema delicato, sul quale i sindacati sono sul piede di guerra. Per le sigle, mancano all’appello, infatti, circa 200 infermieri. Senza questo numero è impossibile, sostengono, rispettare le direttive europee sul monte ore.
Pessimista, però, l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto: «Siamo tra l’incudine e il martello – spiega – dobbiamo rispettare la spending review e le normative comunitarie. Quello che davvero serve, è conoscere il numero preciso del personale che occorre in ogni ospedale: senza questo dato difficile fare programmazioni serie». L’arrivo di nuovo infermieri, neoassunti oltre al regolare turn-over, potrebbe farsi, insomma attendere.
Per quanto riguarda quelli che l’Usl 20 potrà assumere a seguito di pensionamento, il numero dovrebbe aggirarsi sulla ventina. «Ci auguriamo che questi dati aumentino – è l’auspicio di Daniela Prencipe, segretario della Uil Funzione pubblica – sono cifre contenutissime, mentre il numero di quanti arriveranno a Verona per il concorso è eclatante. Denota quant’è difficile, per persone tutte in possesso di un diploma di laurea, trovare occupazione in un settore, come quello dell’assistenza sanitaria, in cui pure c’è bisogno di nuove leve».
Davide Orsato – Il Corriere di Verona – 27 febbraio 2016