Oltre una tonnellata di rifiuti animali, pronti per essere trasformati in farina da immettere nel circuito dell’alimentazione, è stata sequestrata dagli uomini del Nucleo investigativo del Corpo Forestale in un’azienda di Thiesi, nel Sassarese.
Il sequestro è il primo importante passo nell’inchiesta avviata dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari sul presunto traffico di sottoprodotti di origine animale che sarebbero smaltiti illecitamente, violando i protocolli antiepidemiologici imposti per bonificare le zone dove è comparsa la peste suina.
Quattro sono le persone finite nel registro degli indagati.
L’azienda di Thiesi, la Lem (Linea Ecologica Mangia), secondo quanto accertato dagli agenti del Corpo forestale, coordinati dal commissario Ugo Calledda, non avrebbe smaltito i rifiuti derivati dai maiali, ma li avrebbe ritrattati per poi commercializzarli sotto forma di farine animali, rimettendoli quindi nel circuito. I rifiuti, circa una tonnellata, sono stati trovati in un’area in cui il Ministero della Sanità vieta addirittura il transito di prodotti di questo tipo. Nello stabilimento potevano entrare carni di ogni tipo, ad esclusione di quelle di maiale che devono essere incenerite sul posto. L’inchiesta della Dda di Cagliari, coordinata dal sostituto procuratore Guido Pani, intende chiarire se effettivamente dietro i focolai di trichinellosi, malattia provocata da un parassita che colpisce soprattutto i maiali, che dal 2005 ha fatto registrare anche una trentina di contagi agli umani, ci sia un traffico illegale di rifiuti speciali animali e scarti di macellazione.
La Nuova Sardegna – 15 luglio 2013