Credeva di aver sconfitto il male, di poter tornare a vivere normalmente. Invece un veterano del Maryland è morto, un anno e mezzo dopo il trapianto di rene che avrebbe dovuto dargli una nuova vita. A stroncarlo non sono stati crisi di rigetto, ma una malattia insidiosa e rarissima: la rabbia.
Il virus di questo male si annidava negli organi del donatore, un giovane militare di 20 anni, della Carolina del nord. Ma nessuno aveva capito che l’encefalite che aveva fatto precipitare il giovane in un coma irreversibile era stata causata dalla rabbia. E ora il Center for Disease Control and Prevention sta cercando di salvare gli altri tre pazienti, mentre conduce una ricerca a tappeto per riunire tutte le persone che sono venute a contatto con il giovane, per sottoporli al più presto al vaccino.
Come sia potuto avvenire che i medici non abbiano fatto i controlli del caso, prima di espiantare gli organi e trasferirli su quattro persone rimane un mistero sul quale le autorità federali stanno indagando. Il donatore era un appassionato cacciatore, e il virus è stato identificato come quello di cui sono portatori i procioni della Carolina del nord. Il procione è un piccolo mammifero dal muso a righe nere, noto anche come orsetto lavatore, comune nei boschi e nelle periferie verdi delle città americane. Il ventenne però si era arruolato nell’aeronautica e da vari mesi non tornava nella Carolina, quindi il virus deve essere rimasto dormiente a lungo nel suo corpo. Questo fatto può aiutare a capire come mai, quando il giovane ha cominciato a sentirsi male, con vomito e stato confusionale, i medici della sua base, in Florida, abbiano pensato piuttosto a una grave forma di avvelenamento alimentare.
Quando il ragazzo è peggiorato ed è stato trasferito in un altro ospedale, è stata diagnosticata un’encefalite. Nell’arco di neanche dieci giorni il ventenne era entrato in un coma irreversibile. Poche ore dopo la sua morte, tutti i suoi organi vitali erano stati espiantati ed erano in viaggio, incaricati di salvare la vita a quattro malati in Florida, Georgia, Illinois e Maryland.
Un anno e mezzo dopo, l’uomo del Maryland è morto. Di rabbia. E’ successo a metà febbraio, e da quel momento è cominciata un’indagine serratissima, e si è scoperta la verità. Ma era passato tempo prezioso. Anche nel caso del paziente deceduto nel Maryland, infatti, nessuno ha sospettato che il suo iniziale malore fosse conseguenza del trapianto. E quando le analisi hanno confermato che l’uomo soffriva di rabbia, ben pochi hanno creduto che fosse stata causata dal rene ricevuto dal donatore della Carolina un anno e mezzo prima. Ma le analisi del dna lo confermano senza ombra di dubbio. Il virus della rabbia proveniente da un procione della Carolina del nord era rimasto dormiente a lungo nel corpo del ventenne, e poi è rimasto dormiente a lungo nel corpo della persona che aveva ricevuto il suo rene.
A questo punto nessuno può prevedere se gli altri tre pazienti che hanno ricevuto gli organi potranno essere salvati, se il vaccino arriverà in tempo. Una storia amarissima, soprattutto se si tiene presente che la rabbia è diventata così rara negli Usa che al massimo si registrano una o due morti all’anno, non di più.
Sabato 16 Marzo 2013 – Il Messaggero