Usa: dopo i salumi ok alla bresaola. Si ridimensionano le barriere sanitarie. Mossa che vale 12 milioni
Più 17 per cento. A tanto ammonta il possibile incremento delle esportazioni di salumi made in Italy sul mercato Usa per effetto del via libera dato dalle autorità statunitensi prima alle spedizioni di salumi italiani a breve stagionatura e in secondo luogo anche di Bresaola.
La stima l’ha effettuata l’Assica all’indomani dell’ok Usa all’import di bresaola italiana. Un via libera che ha seguito quello di due mesi fa ottenuto da salami, pancette e coppa.
Ferrarini (Assica): una nuova spinta all’export «Con la recente apertura degli USA ai salumi a breve stagionatura – ha detto Presidente dell’Assica (l’associazione degli industriali delle carni), Lisa Ferrarini – avevamo stimato per il 2014 (anno in cui il duplice disco verde sarà effettivo) un incremento dell’export verso gli USA di 10 milioni; con il nuovo via libera per la bresaola e in virtù dell’entusiasmo riscontrato, pensiamo che tali stime possano superare i 12 milioni di euro».
Un incremento di 12 milioni di euro su un fatturato complessivo che lo scorso anno è stato di 68 milioni rappresenta appunto un incremento del 17 per cento e che sarebbe da attribuire esclusivamente al duplice disco verde delle autorità americane. Ma con ogni probabilità nel 2014 sarà registrato un risultato ancora superiore considerato che lo scorso anno si è chiuso con crescita dell’export del 21,5% in quantità ma di ben il 29,7% in valore.
Si ridimensionano le barriere sanitarie L’Ok incassato dall’export made in Italy come detto riguarda i salumi a breve stagionatura e la bresaola. Per entrambi i divieti Usa erano legati ad aspetti sanitari e in particolare per i salami i problemi connessi con la vescicolare e la peste suina mentre invece per la Bresaola erano legati essenzialmente alla Bse, ovvero al morbo della “mucca pazza”. Per quest’ultima il divieto che durava dal 2001 è caduto in particolare per le bresaole prodotte partendo da materia prima di origine Usa.
«Si tratta di due grandi risultati – ha aggiunto il presidente di Assica, Ferrarini – fortemente perseguito dalla nostra Associazione e ottenuto grazie alla tenacia e alla collaborazione del Dipartimento della sanità pubblica veterinaria e della sicurezza alimentare del Ministero della Salute. La bresaola, un prodotto molto apprezzato per le sue qualità nutrizionali, va ad aggiungersi alla gamma dei salumi già esportabili, contribuendo a dare negli Stati Uniti un quadro completo della autentica salumeria made in Italy. D’altro canto negli Usa stiamo riscontrando un grande interesse di operatori e consumatori statunitensi per i salumi italiani, un successo che abbiamo potuto verificare alla 59° Summer Fancy Food di New York, la più importante fiera dell’agroalimentare del Nordamerica».
Il Sole 24 Ore – 27 luglio 2013