Un servizio attivo 24 ore al giorno, per registrare tutte le epidemie che scoppiano nel mondo e girare l’allarme al governo, per poi informare e proteggere i cittadini
Un servizio attivo 24 ore al giorno, per registrare tutte le epidemie che scoppiano nel mondo e girare l’allarme al governo, per poi informare e proteggere i cittadini. E’ il progetto varato dal Dipartimento alla Sanità americano, che dimostra nella pratica come il mondo stia diventando sempre più piccolo, e potenzialmente pericoloso.
Le emergenze sanitarie ormai sono un problema che non può essere trascurato, supponendo che siccome avvengono lontano da dove ci troviamo, non ci riguardano. Non è più così, come avevamo già cominciato ad imparare quando l’Aids si era rapidamente diffuso in tutto il mondo. Da allora in poi, se possibile, le cose si sono ancora più complicate. La gente viaggia come mai in precedenza, i trasporti e le comunicazioni sono assai più veloci, e con essi vengono anche i pericoli: normali epidemie, ma in teoria anche emergenze provocate apposta da chi potrebbe ricorrere agli agenti biologici per colpire gli avversari. Quindi il governo americano ha deciso di prevenire i rischi, creando una struttura apposita per individuarli.
La biosorveglianza verrà affidata ad una compagnia privata, in coordinamento con il National Biosurveillance Integration Center. La nuova struttura monitorerà in tempo reale le informazioni raccolte da 25.000 fonti in tutto il mondo, in almeno cinque lingue, e cioé inglese, spagnolo, francese, russo e cinese. Quindi attraverso questo materiale costruirà una banca dati sconfinata, per sapere in ogni momento cosa sta accadendo nel mondo dal punto di vista sanitario, e tenere informato il governo di qualunque emergenza in arrivo. A quel punto poi saranno le autorità dello stato a decidere quali informazioni passare al pubblico, e come prepararsi ad arginare eventuali problemi. Il contratto con la compagnia incaricata di gestire i controlli avrà inizialmente la durata di un anno, perché questa sarà la fase di sperimentazione del nuovo servizio. Washington però è convinta che resterà in funzione, così come resteranno con noi i pericoli delle emergenze sanitarie, che ormai fanno parte della nostra società globalizzata.
Corriere.it – 6 settembre 2013